L’esercito siriano avanza ad Aleppo
I ribelli hanno perso la zona strategica di Salah al-Din e altri quattro quartieri della città, ieri i morti sono stati almeno 26 e 130 in tutto il paese
L’esercito siriano continua a bombardare Aleppo, la città più grande della Siria che si trova nel nord del paese a 40 chilometri dal confine con la Turchia, e ha costretto i ribelli anti governativi a cedere alcuni dei quartieri occupati: Saleheddin, Hanano, Saif al-Dawla, Shaar Shakur e soprattutto il distretto strategico di Salah al-Din a nord della città. Si è trattato di attacchi via terra e di bombardamenti aerei. La battaglia ad Aleppo va avanti da giorni.
Hossam Abu Mohammed, comandante della brigata Dara al-Shahbaa, ha detto che i guerriglieri anti regime «si stanno ritirando nella zona vicina al quartiere Sukari per preparare un nuovo attacco contro le forze lealiste». Negli attacchi sono stati uccisi «un gran numero di civili e circa 40 ribelli». Un altro comandante, scrive Al Jazeera, ha spiegato che i ribelli stanno “inscenando” una ritirata strategica. L’Osservatorio Siriano ha fatto sapere che ieri sono morte ad Aleppo almeno 26 persone e 130 in tutta la Siria.
Il presidente siriano Bashar al Assad ha nominato Wael al Halqi nuovo primo ministro del governo, dopo le dimissioni di Ryiad Farid Hijab e la sua fuga in Giordania. Intanto Ali Akbar Salehi, il ministro degli esteri iraniano, ha aperto questa mattina un convegno a Teheran sulla crisi siriana con lo scopo di raccogliere i ministri degli esteri che condividono la “situazione reale” in Siria e riprendere il lavoro svolto da Kofi Annan, l’inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba che si è dimesso dalla missione a inizio agosto. Gli obiettivi sono: l’attuazione del cessate il fuoco da entrambe le parti e l’invio di aiuti umanitari. Hanno partecipato i ministri di 25 paesi, tra cui Cina, India, Giordania, Oman, Russia, Sudan Tunisia, Venezuela.
Foto: Aleppo, Siria (AP Photo/ Khalil Hamra)