L’ammartaggio di Curiosity

Un robot grande quanto un'automobile verrà paracadutato su Marte, tra poche ore

Alle 7.30 di domani mattina dovrebbe atterrare sulla superficie di Marte Curiosity, un robot per la ricerca scientifica delle dimensioni di una Mini. L’obiettivo principale della missione di cui fa parte Curiosity, che si chiama Mars Science Laboratory (MSL), è scoprire se Marte abbia mai avuto le condizioni climatiche per ospitare la vita. Sul sito della NASA dedicato alla missione è possibile vedere il conto alla rovescia per l’ammartaggio di Curiosity. Si tratta di una delle missioni più importanti e impegnative degli anni recenti per l’agenzia spaziale americana, e il suo costo complessivo è di circa 2,5 miliardi di dollari.

(Il viaggio di Curiosity verso Marte)

La MSL è partita il 26 novembre 2011 e il viaggio è andato così bene che l’arrivo sarà 14 ore in anticipo rispetto alle previsioni. Secondo la NASA, finora tutto è andato secondo i piani, ma il momento più pericoloso deve ancora arrivare. La NASA ha definito l’ingresso della navicella nell’atmosfera di Marte, a una velocità di 21 mila chilometri all’ora, “sette minuti di puro terrore“. Non c’è solo la velocità a spaventare gli scienziati, ma anche un metodo di atterraggio completamente nuovo.

Viste le dimensioni del veicolo è impossibile utilizzare il consueto sistema degli “airbag” (che sono dei dispositivi simili a quelli automobilistici e disposti intorno al veicolo, che lo fanno atterrare “rimbalzando” senza danni). La MSL rallenterà prima grazie a un paracadute, poi dalla navicella si staccherà una specie di drone con quattro motori a razzo su braccia manovrabili. Questo drone porterà il robot Curiosity fin quasi al livello della superficie, lo calerà con una gru e poi andrà a schiantarsi da qualche parte su Marte, molto lontano dal robot.

A quel punto comincerà la vera missione di Curiosity. Il rover ha una massa di 900 chilogrammi ed è lungo tre metri. L’alimentazione è fornita da una batteria nucleare che sfrutta il calore generato dal decadimento naturale di 32 cilindri di plutonio (ognuno grande come una pallina di ping pong). I suoi strumenti scientifici sono più di dieci, tutti con nomi molto complicati, ma che sostanzialmente serviranno a bucare antichi sedimenti rocciosi e analizzarne i frammenti (qui potete trovare una galleria di immagini NASA sulla missione).

(Il buco di Marte)

Alla NASA sapranno subito se Curiosity è arrivato sano e salvo e se la missione potrà cominciare. Appena atterrato il robot invierà una trasmissione radio alla Odyssey (la sonda in orbita su Marte che funge da ripetitore per i segnali dei rover sulla superficie del pianeta) che la ritrasmetterà al centro di controllo, vicino a Los Angeles. Se tutto andrà bene il primo obiettivo sarà far salire Curiosity su una montagna vicino al cratere dove è previsto l’atterraggio, e cominciare i rilevamenti su alcuni strati rocciosi vecchi di due miliardi di anni.

foto: AFP/Stringer