La prima volta di Pistorius alle Olimpiadi
La storia e le foto dell'atleta che corre su due protesi di fibra di carbonio: ha corso questa mattina nelle qualificazioni dei 400 metri, arrivando secondo
Oggi Oscar Pistorius ha corso per la prima volta alle Olimpiadi. Si è trattato della prima gara di qualificazione per i 400 metri, dove è arrivato secondo. Pistorius è l’atleta sudafricano noto in tutto il mondo perché al posto delle gambe ha due protesi meccaniche e che ha portato avanti una lunga battaglia perché gli fosse consentito disputare le Olimpiadi (correva invece, regolarmente, nella Paralimpiadi).
Soprannominato “Blade Runner” e “l’uomo più veloce senza gambe”, Pistorius, fino al 2008, non ha potuto partecipare alle Olimpiadi con la motivazione che le sue protesi al carbonio gli concedevano un vantaggio rispetto ai corridori normali. Alla fine, dopo una decisione di un tribunale svizzero, è riuscito a qualificarsi alle Olimpiadi di Londra 2012.
Oscar Pistorius è nato nel 1986 in Sudafrica con una malattia congenita ad entrambe le gambe, che gli furono amputate prima di compiere un anno. Nonostante la menomazione, Pistorius ha sempre praticato sport: cominciò all’età di 11 anni nel rugby, continuando poi con pallanuoto, tennis e lotta. Dopo un incidente al ginocchio, nel 2003, lasciò il rugby e si dedicò alla corsa specializzandosi nei 400 metri.
Quello che ha permesso a Pistorius di correre sono le protesi che utilizza dal 2004. Si chiamano Cheetah (“ghepardo”) e sono prodotte da una ditta islandese che ha sedi in tutto il mondo, la Össur. Si tratta di due lame in fibra di carbonio a forma di J, che richiamano nella forma le zampe posteriori di un ghepardo. Sono alte 41 centimetri e pesano 512 grammi. Le protesi Cheetah sono state introdotte nel 1996 e sono attualmente usate da circa il 75 per cento degli atleti paralimpici. Spesso Pistorius si allena in Friuli, a Gemona.
Quella di oggi non è stata la prima volta in cui Pistorius ha gareggiato contro atleti normodotati. Aveva già corso i 400 metri il 13 luglio 2007, al Golden Gala di Roma, e si era piazzato secondo. Poche settimane prima, l’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera (IAAF) aveva inserito un nuovo comma nel regolamento che vietava agli atleti l’uso di qualunque dispositivo che avrebbe potuto migliorare le loro prestazioni.
La gara di Roma e una successiva gara a Sheffield furono monitorate dalla IAAF per vedere se le protesi di Pistorius potessero rientrare nella categoria dei dispositivi tecnici in grado di procurare vantaggi. Per completare i test, nel novembre 2007, Pistorius fu invitato dalla IAAF a prendere parte a una serie di esperimenti all’università di Colonia, in Germania. Le conclusioni del professore di biomeccanicia Peter Brüggemann furono che le protesi garantivano a Pistorius dei vantaggi significativi.
Nel gennaio 2008, giustificandosi con i risultati dei testi di Colonia, la IAAF decisie di vietare a Pistorius la partecipazione ai giochi olimpici di Pechino nel 2008. Pistorius non si arrese: ingaggiò uno dei più grossi studi legali statunitensi e fece appello al Tribunale Arbitrale dello Sport, a Losanna (l’unico tribunale competente per le dispute che hanno a che fare con le Olimpiadi). Contemporaneamente si sottopose a un’altra serie di test all’università di Houston.
L’appello gli dette ragione. I test fatti da Brüggemann a Colonia, scrissero i giudici, erano viziati dal fatto di misurare solo la corsa di Pistorius a piena velocità e in linea retta, senza considerare le curve che sono presenti nella corsa dei 400 metri e i problemi che hanno le protesi nelle fasi di partenza e accelerazione. La decisione dell’IAAF decadde immediatamente, ma Pistorius non riuscì a qualificarsi per Pechino 2008. Riuscì invece a ottenere il tempo necessario alla qualificazione 4 anni dopo, dopo aver garaggiato nel 2011 ai Mondiali di atletica leggera di Daegu. Alle Olimpiadi di Londra 2012 gareggerà nei 400 metri e nella staffetta 4×400 metri.
foto: Michael Steele/Getty Images