In Siria si combatte ancora ad Aleppo
Le foto degli scontri nella città, dove l'edificio della TV di stato è passato di mano più volte, mentre a Damasco ricominciano i combattimenti
Ad Aleppo, in Siria, i combattimenti tra le forze dei ribelli e l’esercito del regime di Bashar al-Assad continuano da una settimana. Secondo i ribelli intervistati dall’agenzia di stampa Reuters, gli scontri di questa mattina si sono concentrati intorno all’edificio della TV di stato. Secondo i racconti riportati da Reuters, che non possono essere confermati autonomamente, un primo assalto dei ribelli, prima dell’alba, è stato respinto dai soldati dell’esercito governativo che difendevano l’edificio. Un secondo assalto, poche ore dopo, sarebbe riuscito a strappare il controllo della TV alle truppe regolari. L’esercito, tornato in forze, avrebbe circondato l’edificio e i tiratori scelti avrebbero ucciso diversi ribelli.
(L’esercito siriano assedia Aleppo)
L’Osservatorio per i diritti umani in Siria ha confermato gli scontri intorno alla TV di Aleppo affermando che il segnale televisivo della stazione locale è stato interrotto. Per tutta la mattina sono continuati i bombardamenti con aerei, elicotteri e artiglieria dei quartieri settentrionali di Aleppo, dove sono arroccati i ribelli. La situazione, dicono i generali ribelli, è comunque di attesa. Da qualche giorno l’offensiva governativa si è interrotta e l’esercito regolare si è limitato a bombardare la città e a difendere le proprie posizioni. I ribelli si attendono un’offensiva terrestre entro pochi giorni e sperano che i soldati regolari disertino in massa. Aleppo è la città più grande del paese: ha circa 2,1 milioni di abitanti, mentre Damasco si ferma a 1,7 milioni.
Da questa mattina sono ricominciati gli scontri anche nella capitale della Siria, Damasco, dove i ribelli avevano lanciato un’offensiva un paio di settimane fa, in concomitanza con un attentato che aveva ucciso 4 importanti ufficiali del regime. Questi nuovi scontri, scrive l’inviato dell’Associated Press, a Damasco, dove il governo di Assad aveva detto che l’offensiva ribelle era stata sconfitta, dimostrano che le vittorie militari pubblicizzate del regime non sono così sicure. All’arrivo delle truppe governative, i ribelli semplicemente nascondono le armi e si mischiano alla popolazione civile, oppure fuggono, per poi ritornare all’attacco non appena il governo è costretto a spostare le forze in una nuova regione.