Cosa succede ora con Conte?
L'allenatore della Juventus sarà processato: il procuratore federale Stefano Palazzi ha richiesto un anno e tre mesi di squalifica
Ieri la Commissione disciplinare della FIGC non ha approvato la richiesta di patteggiamento fatta dagli avvocati dell’allenatore della Juventus Antonio Conte, che era stato deferito per doppia omessa denuncia sui risultati di due partite del Siena nella stagione 2010/2011, nell’ambito dell’inchiesta su calcio e scommesse. In accordo con il Procuratore federale Stefano Palazzi, la difesa di Conte aveva chiesto una riduzione della pena da sette mesi di squalifica a tre mesi più 200 mila euro di multa (che avrebbe pagato la Juventus). La Commissione disciplinare dopo essersi riunita nella prima giornata della ripresa del processo sul calcio e scommesse, ieri, l’aveva definita «non congrua».
Oggi, nella seconda giornata del processo, l’ipotesi di patteggiamento è caduta definitivamente. La difesa di Antonio Conte, contestando la decisione della Commissione disciplinare, ha rifiutato un nuovo patteggiamento. Il procuratore Palazzi ha fatto allora una nuova richiesta per l’allenatore della Juventus: un anno e tre mesi di squalifica. La decisione ha fatto infuriare la società: il presidente Andrea Agnelli ha detto che la «FIGC e la giustizia sportiva sono fuori dalla logica del diritto».
L’accusatore di Conte è un suo ex giocatore al Siena, Filippo Carobbio, che il 29 febbraio scorso ha detto ai magistrati che Conte sapeva che Novara-Siena era stata combinata e che ne parlò nella riunione tecnica con i giocatori prima della partita dicendo di “stare tranquilli” perché era stato raggiunto un accordo. Tutti gli altri calciatori del Siena sentiti dai magistrati hanno smentito Carobbio. Conte ha sempre respinto le accuse dicendosi innocente. La Commissione disciplinare ha accettato la richiesta di patteggiamento fatta da Carobbio, che è accusato di illecito sportivo, per quattro mesi di squalifica.
Conte si dovrà quindi difendere a processo e i suoi avvocati cercheranno di smontare la tesi dell’accusa. Ieri gli avvocati della Juventus avevano anche presentato un’istanza di ricusazione nei confronti della Commissione disciplinare, chiedendo che a giudicare Conte fosse una commissione composta da altri giudici. Il punto di partenza sarà in ogni caso la richiesta presentata dal procuratore Palazzi:
“Esaminate le memorie di Conte – dice Palazzi – le accuse di risentimento di Carobbio sono infondate, il risentimento non esiste affatto, perché accertato nei fatti. […] Le dichiarazione dei presenti del Siena alle riunioni teniche non sono credibili anche perché altrimenti sarebbero stati passibili di omessa denuncia. Quindi non possono assumere valenza probatoria. Chiediamo quindi un anno e tre mesi per gli accusati”.
Dopo la richiesta del procuratore c’è stata l’arringa dell’avvocato difensore di Antonio Conte, Antonio De Rensis:
“Non abbiamo riscontri, c’è la parola di una persona, non c’è un’intercettazione, un de relato, un passaggio di soldi, non c’è più niente. Io non sono qui a raccontarvi la favola che Carobbio non è credibile. Carobbio è credibile, ma non è il solo credibile. Quando ci troviamo di fronte a un’incolpazione, laddove non ci sono altri riscontri, bisogna chiamare il dichiarante in correità. La genesi dichiaratoria di Carobbio è molto diversa da quella di Gervasoni, lo chiamerei un ‘utilizzatore’ di interrogatori. Nelle dichiarazioni del 19 gennaio a Cremona, quello è l’interrogatorio degli interrogatori, e in quella sede Conte non esiste. Carobbio non se lo ricorda, se lo ricorda il 29 febbraio quando va davanti alla procura federale. Le sue accuse vanno contro la storia di Conte, i 20 mesi patteggiati sono la prova provata di un interesse. Siamo in un vortice in cui ci viviamo. Diciamo Carobbio è credibile, Gervasoni è credibile, ma poi uno dice bianco e uno nero. Salvini dice che Carobbio non è del tutto trasparente in alcuni passaggi. Ma se Carobbio fa tutte quelle chiamate con una scheda di un egiziano e parlava con Ilievski, e aveva detto il 29 febbraio che con lui non aveva avuto più alcun contatto, dovrete spiegarmelo nelle motivazioni il perché continuate a credergli. Ci sono state contraddizioni enormi, e ammetterlo per voi significherebbe fortificare il vostro processo, non destituirlo. Questa non è giustizia ma uno scontro puro. Leggete l’audizione del 10 luglio di Carobbio, è una buccia di banana, c’è un silenzio che parla: le telefonate in ritiro con Ilievski. Non poteva dire niente lì, e nessuno glielo ha chiesto. Sarebbe stata la prima cosa che gli avrei chiesto”.
Le dichiarazioni di Andrea Agnelli pubblicate sul sito della Juventus:
Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale. Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati. Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato. La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l’incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità. La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio. Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l’obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013.
Foto: Antonio Conte (OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages)