Il patteggiamento richiesto da Antonio Conte è stato respinto
Che cosa succede ora che la richiesta dell'allenatore della Juventus non è stata considerata "congrua" dalla Commissione disciplinare della FIGC
La richiesta di patteggiamento presentata ieri dagli avvocati dell’allenatore della Juventus, Antonio Conte, in accordo con il Procuratore federale della Federazione Italia Gioco Calcio (FIGC) Stefano Palazzi, è stato respinto. Conte era stato deferito dalla Procura federale della FIGC per doppia omessa denuncia sui risultati di due partite del campionato di calcio di Serie B 2010/2011 nell’inchiesta su calcio e scommesse: Novara-Siena (2-2) e Albinoleffe-Siena (1-0). All’epoca Conte era allenatore del Siena. La Commissione disciplinare aveva emesso la sua sentenza di illecito il 18 giugno scorso.
Conte ha avuto tempo fino a ieri per presentare la richiesta di un “patteggiamento tecnico”, che è diverso dal “patteggiamento per ammissione di colpa”, perché oggi inizia il processo sportivo al calcio e scommesse. Questo processo è la prosecuzione di quello che si è svolto nel maggio scorso, quando sono state emesse le sentenze per i tesserati della Serie B e della Lega Pro. Antonio Conte ha deciso di patteggiare, insieme alla Juventus, la pena prevista nei suoi confronti che prevedeva sette mesi di squalifica. La richiesta dei suoi avvocati è stata di tre mesi di squalifica più una multa di 200 mila euro ed è stata inoltrata oggi alla Commissione federale. Una richiesta che il Procuratore Palazzi ha ritenuto “congrua”.
Dopo essersi riunita in camera di consiglio la Commissione disciplinare ha però respinto la richiesta del procuratore, scrivendo nella motivazione che «non sono congrue le pene». In caso di respingimento, come nel caso di Conte, bisogna trovare un nuovo accordo con la Procura federale da presentare di nuovo alla Commissione. Non essendo state considerate “congrue”, le pene dovranno probabilmente essere aumentate o nei mesi di squalifica o sulla cifra della multa (la Commissione ha ritenuto incongruo l’accordo trovato per il patteggiamento e non il merito).
La Commissione ha poi accolto nove richieste di patteggiamento e tra queste anche quella dell’ex giocatore del Siena Filippo Carobbio (4 mesi). Carobbio è l’unico accusatore di Conte, peraltro smentito dagli altri compagni di squadra, ed è accusato di omessa denuncia e illecito sportivo. Palazzi ha elogiato Carobbio “per l’aiuto fornito alla procura nello svelare gli illeciti”.
Gli avvocati della Juventus hanno risposto alla decisione della Commissione disciplinare presentando una richiesta di stralcio riguardo la posizione di Conte e “in subordine”, cioè se non sarà accolto lo stralcio, la ricusazione della commissione disciplinare. Chiedono quindi che a giudicare Conte sia una commissione composta da altri giudici:
«Non possiamo essere giudicati da chi non ha ritenuto congrua la sanzione concordata. La Corte Costituzionale nel 1992 ha deliberato come non possa giudicare un giudice che ha già respinto l’ipotesi di pena concordata»
Insieme alla ricusazione, gli avvocati della Juventus hanno detto di essere pronti a presentare una «istanza alla Commissione di garanzia per la violazione di un diritto di terzietà», considerando così il giudice non imparziale rispetto alle parti. Il procuratore Palazzi ha detto di non essere d’accordo con la posizione della Juventus e ha sostenuto «l’assoluta infondatezza della richiesta di ricusazione».
Foto: Antonio Conte (Paolo Bruno/Getty Images)