Ad Aleppo si combatte da tre giorni
Gli scontri continuano, 200 mila persone sono fuggite soltanto nel finesettimana, il regime è molto meglio armato ed equipaggiato dei ribelli
Da tre giorni l’esercito siriano e i ribelli del Free Syrian Army (FSA) combattono ad Aleppo, la città più popolosa della Siria e il suo centro economico più importante. Questa mattina la responsabile degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, Valerie Amos, ha detto che nel weekend sono scappate dalla città circa 200 mila persone. Secondo la Croce Rossa internazionale la popolazione sta fuggendo nei villaggi vicini e in Turchia. Non si sa quante persone siano ancora bloccate nei luoghi dove si combatte, molti hanno abbandonato le loro case per rifugiarsi nelle scuole e in altri edifici pubblici. Chi è rimasto in città deve fare i conti con continui black out, mentre i generi alimentari iniziano a scarseggiare.
Dopo una settimana di sporadici bombardamenti aerei, da sabato le forze governative hanno attaccato Aleppo anche via terra, mentre i ribelli continuano a costruire barricate per le strade. Questa mattina il regime ha annuciato alla tv siriana di aver riconquistato il quartiere Salah al-Din, che era in mano ai ribelli. La notizia è stata subito smentita dal colonnello Abdel Jabbar al-Oqaidi, capo delle forze antigovernative, che ha dichiarato che le truppe siriane «non stanno avanzando neanche di un metro».
Intanto l’esercito continua a raccogliere armi e truppe nelle zone periferiche di Aleppo, fedeli al regime. Uno dei comandanti dei ribelli, rimasto anonimo, ha detto di essere molto pessimista sulle possibilità di una vittoria vista la superiorità delle forze governative, che dispongono di carri armati, veicoli blindati ed elicotteri, che da giorni sorvolano la città terrorizzando i residenti.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è ancora diviso sulla Siria e sembra lontano dall’adottare una risoluzione efficace a fermare i massacri, soprattutto a causa della Russia che blocca ogni tentativo delle nazioni occidentali di fare pressione sul presidente siriano Bashar-al Assad. Questa settimana la presidenza del Consiglio di sicurezza passerà alla Francia e il ministro degli esteri Laurent Fabius ha detto che convocherà un incontro del Consiglio entro la fine della settimana.
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Foto: Aleppo, Siria (AP Photo/Alberto Prieto)