Mitt Romney in Israele
Chi ha incontrato, dove è stato, cosa ha detto e perché ci è andato (niente guai, stavolta)
Dopo la prima tappa di venerdì a Londra, che non è andata molto bene, il viaggio all’estero del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Mitt Romney, è continuato da sabato in Israele. Israele è uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti ed è un paese tradizionalmente ritenuto molto importante dai candidati presidenziali, sia per la sua importanza strategica nella politica estera statunitense, sia per l’importanza e il peso elettorale che ha la comunità ebraica negli Stati Uniti.
(Anche Carl Lewis prende in giro Romney)
Chi ha incontrato
In Israele Mitt Romney ha incontrato i maggiori esponenti del governo israeliano: il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Ehud Barak, il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman e infine il presidente Shimon Peres. Romney ha anche incontrato Shaul Mofaz, il capo del partito di centro Kadima. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, Romney avrebbe annullato all’ultimo momento l’appuntamento con il capo del partito laburista, Shelly Yachimovich. Secondo quanto riporta Kasie Hunt, di Associated Press, Romney avrebbe fissato anche un appuntamento nel pomeriggio con le autorità palestinesi.
Dove è stato
Oggi per gli ebrei ricorre il Tisha BeAv, il “giorno più triste per gli ebrei”, una giornata dedicata al digiuno e alla preghiera per ricordare la distruzione dei due templi di Gerusalemme. Probabilmente per onorare questa ricorrenza, Mitt Romney ha fatto una pausa non prevista al muro del pianto, uno dei luoghi più importanti della religione ebraica, dove, come vuole la tradizione, ha lasciato un foglietto con la propria preghiera incastrato tra le pietre del muro. Ad accompagnarlo in questa parentesi da turista c’era il rabbino Shmuel Rabinowitz, lo stesso che nel 2008 accompagnò Barack Obama nella sua visita da candidato in Israele.
Che cosa ha detto
Come sottolineano i maggiori quotidiani statunitensi, il discorso più importante di oggi di Mitt Romney è quello che ha tenuto oggi pomeriggio, e in cui ha attaccato con forza l’Iran e la sua politica sul nucleare. In particolare Romney ha dichiarato che appoggerebbe un eventuale attacco israeliano all’Iran, confermando che la sua politica verso il nucleare iraniano continuerà ad essere «tolleranza zero».
Quali sono gli obiettivi
Alle scorse elezioni, secondo dei dati citati dal Guardian, il 78 per cento degli elettori ebrei avevano votato Obama. Stando a un sondaggio fatto nelle ultime settimane (sempre citato dal Guardian), attualmente Obama avrebbe il 68 per cento delle preferenze degli ebrei, mentre Romney solo il 25. Un segnale, conclude il Guardian, che difficilmente le cose si ribalteranno.
L’obiettivo più importante della visita di Romney in Israele sembrerebbe però un altro, ovvero la raccolta fondi. Proprio per questo, lunedì mattina, a quanto scrive il Los Angeles Times, Romney parteciperà a un incontro organizzato al King David Hotel, a Gerusalemme, a cui dovrebbe partecipare anche il magnate statunitense Sheldon Adelson, proprietario di casinò e generoso finanziatore dei repubblicani per sconfiggere l’attuale presidente Barack Obama. Non è ancora chiaro se all’evento saranno ammessi giornalisti o se l’incontro avverrà privatamente.
Foto: Ronen Zvulun Pool/Getty Images