Le foto delle proteste in Cina
Ieri a Qidong un migliaio di persone ha manifestato contro un impianto di smaltimento dei rifiuti, con qualche agitazione, e le autorità hanno annullato il progetto
Aggiornamento, ore 15.00: in seguito alle violente proteste di ieri nella città costiera di Qidong, le autorità cinesi hanno deciso di annullare il progetto riguardante lo scarico di acque reflue nel mare di Qidong.
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Sabato nella città costiera di Qidong, che si trova a circa un’ora di macchina da Shangai, nell’est della Cina, un migliaio di persone hanno occupato un ufficio governativo distruggendo documenti e computer, ma anche ribaltando alcune auto sul loro percorso.
La violenta protesta, ha scritto l’agenzia di stampa Reuters, è stata provocata dalla decisione del governo di costruire una conduttura per scaricare in mare i reflui prodotti da una industria della zona. Secondo gli abitanti questo provocherebbe danni a tutta la costa, mentre per il governo locale non ci sarebbero rischi di questo tipo.
Secondo i dati forniti da Reuters, i manifestanti hanno ribaltato almeno 5 auto e un pulmino. Sul posto è intervenuta subito la polizia, che ha inviato un migliaio di agenti per tenere sotto controllo la situazione. Una parte degli agenti, ha scritto sempre Reuters, erano paramilitari.
Questa non è la prima protesta del genere a Qidong. Già nei giorni scorsi c’erano state manifestazioni piuttosto movimentate e, proprio per cercare di arginarle, venerdì il governo locale aveva deciso di bloccare i lavori di costruzione dell’impianto, rinviandolo dopo studi più approfonditi sul suo impatto ambientale. Ai cittadini però questo non è bastato e il timore è che il governo locale stia solo cercando di prendere tempo.
Negli ultimi tempi ci sono state proteste riguardanti problemi ambientali anche in altre parti della Cina, nella regione del Sichuan, dove il governo è stato costretto a chiudere un’industria che raffinava rame, ma anche in Dalian e, l’anno scorso, nel Guangdong.
Foto: PETER PARKS/AFP/GettyImages