È nei guai anche la Catalogna
La regione ricca e produttiva sta pensando di chiedere aiuto al governo spagnolo per rimettere in ordine i conti e onorare i suoi debiti
La Catalogna, la seconda regione con il prodotto interno lordo più alto della Spagna dopo Madrid, sta valutando la possibilità di chiedere al governo centrale spagnolo una serie di aiuti economici per superare l’attuale momento di profonda crisi economica. Il ministro dell’Economia catalano, Andreu Mas-Colell, ha spiegato alla BBC che attualmente la regione non dispone “di nessuna altra banca che non sia il governo spagnolo”. Mas-Colell ha anche ricordato che i catalani sono contribuenti come gli altri dello Stato e che è quindi naturale che, in caso di necessità, il governo locale faccia riferimento a quello centrale per ottenere nuovi fondi per rimettere in sesto la propria economia.
La Catalogna è una comunità autonoma della Spagna che si trova all’estremità a nord-est della penisola iberica, tra i Pirenei e il Mediterraneo. Il suo capoluogo è Barcellona, la seconda città più grande della Spagna dopo Madrid, e la regione geografica ha una popolazione di circa 7,4 milioni di abitanti. Per le sue caratteristiche linguistiche e culturali – è una nazione storica dell’Europa – ha chiesto e ottenuto nel corso degli anni una forte autonomia nei confronti del governo centrale. La comunità autonoma ha un proprio Parlamento, un governo (Consiglio esecutivo) e un presidente, che tra le altre cose rappresenta lo Stato spagnolo.
La comunità autonoma è particolarmente ricca e produttiva, ma negli ultimi anni ha avuto difficoltà economiche a causa della crisi e dell’andamento negativo del mercato immobiliare. Secondo il giornale spagnolo El Mundo, la Catalogna entro fine anno avrà bisogno di liquidità per almeno 7,2 miliardi di euro. Il ministero delle Finanze spagnolo ha calcolato che sarà la regione ad avere più bisogno di aiuto per onorare i propri debiti nella seconda metà dell’anno. Il debito da rifinanziare è intorno ai tre miliardi di euro, il debito pubblico complessivo della regione è pari a 41,8 miliardi di euro.
Ieri per alcune ore è circolata la notizia che la Catalogna avesse già chiesto gli aiuti, ma un portavoce del governo centrale ha smentito, spiegando che per ora non sono state assunte decisioni definitive sulla comunità autonoma. La situazione è tenuta sotto controllo e Madrid ha il dovere di intervenire per aiutare le regioni in difficoltà, ha spiegato il portavoce, aggiungendo che non è comunque detto che la Catalogna ricorra agli aiuti statali.
La Catalogna non è l’unico governo regionale spagnolo a essere in difficoltà. Altre comunità autonome come Valencia, Murcia, Andalusia, Castiglia-La Mancia e le Isole Baleari sono fortemente indebitate e costituiscono uno dei principali problemi finanziari del paese. Come le banche regionali, risentono della fine della bolla immobiliare. Nel periodo in cui le cose andavano molto bene, le casse dei governi regionali si riempivano di denaro grazie alle imposte di bollo sulle vendite delle case e all’aumento delle entrate legate alle imposte, anche grazie al gran numero di immigrati arrivati in Spagna per lavorare nei cantieri edili.
(La crisi immobiliare spagnola)
Il boom immobiliare fece presa soprattutto nelle regioni costiere del Mediterraneo, dove furono costruiti alberghi per il turismo, nuove abitazioni per i pensionati e ville per i più ricchi. Le maggiori disponibilità spinsero i governi locali a spendere di più, investendo anche in ambiziosi progetti per la costruzione di nuove infrastrutture. Furono avviati nuovi piani legati alla sanità, che portarono ad un considerevole aumento delle spese, coperte comunque dal buon andamento dell’economia legata al mercato immobiliare.
Quando il sistema è collassato a causa della crisi economica, i governi locali si sono ritrovati di colpo con meno denaro in cassa derivante dalle imposte. La spesa pubblica è stata progressivamente ridotta, ma non in maniera repentina quanto il crollo del mercato immobiliare, perché avrebbe comportato seri problemi per lo stato sociale e i servizi. I governi locali hanno avuto serie difficoltà a rifinanziare il loro debito e per questo motivo ora valutano la possibilità di chiedere aiuto allo stato centrale. Il governo spagnolo ha messo a disposizione un primo fondo da 18 miliardi di euro, che dovrebbe consentire alle regioni di chiedere un piano di salvataggio. Secondo diversi analisti, il fondo potrebbe però rivelarsi insufficiente, specie alla luce delle difficoltà delle regioni più grandi e un tempo più produttive, come la Catalogna.