Aurora, cosa è successo
La ricostruzione ordinata di fatti, informazioni e sviluppi delle 24 ore da quando James Holmes ha iniziato a sparare nel cinema, uccidendo 12 persone
Poco dopo la mezzanotte tra giovedì e venerdì, un uomo armato e bardato di attrezzature protettive, casco e maschera antigas, è entrato da un’uscita di sicurezza nella sala di un cinema multisala di Aurora, una città di 300 mila abitanti in Colorado a ridosso di Denver, e ha lanciato alcune bombe fumogene prima di mettersi a sparare sul pubblico che stava assistendo alla prima del nuovo film di Batman, “The dark knight rises”. Dieci persone sono morte nella sala e due sono morte dopo essere state portate in ospedale. Alcuni spettatori nella sala vicina sono stati colpiti dai proiettili che hanno attraversato la parete. L’uomo è uscito dalla sala ed è stato trovato e arrestato poco dopo dalla polizia, avvisata della sparatoria, nel parcheggio dietro il cinema nei pressi della sua auto, una Hyundai bianca.
Alla polizia, secondo diverse fonti, l’uomo ha dichiarato di essere “Joker” (il tradizionale nemico di Batman) e pare avesse i capelli colorati di rosso. L’uomo ha anche detto qualcosa rispetto agli esplosivi nel suo appartamento, poco lontano dal cinema. La polizia si è quindi recata all’edificio con le squadre speciali SWAT e successivamente con i vigili del fuoco, e ha verificato la presenza di “trappole esplosive” che dopo molte ore non sono state ancora disinnescate: la zona è stata evacuata dai suoi abitanti.
L’uomo arrestato è stato identificato come James Holmes, uno studente di 24 anni di un corso post laurea all’Università del Colorado, proveniente da San Diego dove vive tuttora la sua famiglia e dove si era laureato in neuroscienze. L’università ha comunicato che Holmes aveva avviato a giugno le pratiche per lasciare il corso in seguito agli insoddisfacenti risultati ottenuti negli studi. Holmes non ha precedenti penali, di lui risulta solo una multa automobilistica e la polizia sembra faticare a raccogliere informazioni sul suo conto.
Le persone ferite da Holmes sono state 70 (tra cui i 12 morti) nel giro di pochissimi minuti: tra loro alcuni bambini. Un neonato di tre mesi che era il più giovane tra i feriti è stato dimesso dall’ospedale. Tra i morti – di cui non sono stati ancora comunicate tutte le identità – c’è una giovane giornalista sportiva che era casualmente sfuggita lo scorso giugno a una sparatoria a Toronto, e la cui storia è stata molto raccontata dalle televisioni americane. I sopravvissuti sono stati accompagnati in un liceo poco lontano dal cinema dove sono stati ospitati e interrogati dalla polizia nel corso della giornata. Diversi di loro hanno raccontato come dapprima le bombe fumogene gettate da Holmes fossero state scambiate per un’iniziativa promozionale legata al film.
Il presidente Obama è rientrato alla Casa Bianca dalla Florida dove si trovava per la campagna elettorale e ha tenuto un breve intervento televisivo di dolore e solidarietà con le vittime e i sopravvissuti. Un dibattito che si rinnova ciclicamente sulla libertà di possesso di armi da fuoco si è riaperto, ma i politici sono molto prudenti: gli unici a esporsi tra i più noti sono stati i sindaci di New York e Los Angeles. Il secondo ha chiesto che siano vietate le armi d’assalto e aumentati i controlli sulle altre armi, mentre Mike Bloomberg ha ricordato le norme più restrittive dello stato di New York e chiesto che i candidati alla presidenza affrontino la questione. James Holmes aveva comprato regolarmente e legalmente le quattro armi da fuoco con cui è entrato nel cinema di Aurora. Un tweet dell’account della rivista della NRA – la lobby statunitense delle armi – è stato al centro di accuse e polemiche perché nel pomeriggio augurava un buon weekend ai “tiratori”, indifferente a quanto era successo. L’account è stato chiuso nel pomeriggio.
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