Quanto è lunga la Grande muraglia?
Ed è vero che si vede dallo spazio? Nella risposta a queste domande c'è più politica che archeologia
Ai primi di giugno, l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha annunciato che la Grande muraglia cinese si estende per quasi 22mila chilometri. La notizia ha suscitato alcune perplessità da parte degli esperti, riassunte in un articolo del Los Angeles Times di pochi giorni fa, provocando anche prese di posizione ufficiali da parte del governo sudcoreano, su una questione che sembra essere solo in parte roba da archeologi.
Xinhua attribuiva la stima a una ricerca dell’Amministrazione Statale del Patrimonio Culturale, che aveva rilasciato la prima cifra ufficiale per tutto il complesso di fortificazioni, costruite nell’arco di molti secoli. La lunghezza della Grande muraglia, aveva stabilito il rapporto, era di 21.196,18 chilometri, che si estendevano attraverso 15 province (su un totale di 22 in cui è diviso il paese), regioni autonome e municipi della Cina settentrionale, dal confine con la Corea del Nord alla zona di Pechino alla regione autonoma dello Xinjiang, nell’estremo ovest del paese.
La cifra precedente fornita dalle autorità, nel 2008, era uscita da una ricerca preliminare e riguardava solo le parti costruite durante la dinastia Ming (1368-1644): il totale era di 8.850 km. Ma la costruzione delle prime fortificazioni nell’area della Cina settentrionale, per difendersi dalle incursioni delle popolazioni nomadi e guerriere che provenivano da nord, risale molto indietro nel tempo, al periodo dei Regni Combattenti (V-III secolo a. C.).
Che cosa includere nel conto è proprio l’oggetto principale delle polemiche da parte di storici e archeologi al di fuori della Cina. Le stime ufficiali includono muri difensivi costruiti a distanza di diversi secoli gli uni dagli altri, incluse parti che si raddoppiano o sovrappongono e che sono oggi diroccate o semidistrutte. Questo è motivato dal fatto che la Cina include nella sua storia ufficiale, che risale indietro per oltre quattromila anni, anche dinastie che controllavano soprattutto territorio al di fuori dei confini attuali della Cina.
Metà della circonferenza terrestre
21.196,18 chilometri è oltre la metà della circonferenza massima del pianeta Terra, quattro volte la larghezza degli Stati Uniti da costa a costa e due volte e mezzo la misura precedente, pubblicata quando il progetto di misurare la Grande muraglia (iniziato nel 2007) era appena cominciato. Fino ad allora l’estensione che veniva considerata normalmente era da Jiayuguan, un’oasi desertica 1600 km a ovest di Pechino, fino a Shanhaiguan, che si trova 300 km a est della capitale.
La ricerca del governo, ad ogni modo, non si è concentrata sulla scoperta di nuove sezioni, ma sullo studio dei resti di mura e fortificazioni per decidere che cosa possa essere ritenuto parte di una “Grande muraglia” dai confini storici e militari piuttosto nebulosi. Il punto, insomma, è stabilire che cosa sia la Grande muraglia: il Los Angeles Times riporta il parere di Luo Zhewen, ritenuto il massimo esperto cinese in materia e morto a 88 anni nel maggio scorso, che diceva che dovesse essere considerata parte della “Grande muraglia” una fortificazione lunga almeno 50 chilometri, con fini difensivi e non circolare.
L’ente statale ha certificato che oggi rimangono 43.721 siti conosciuti con resti della Grande muraglia, più del doppio rispetto ai 18.344 dichiarati in precedenza, ma i tentativi di scendere nello specifico sulle singole decisioni sono resi molto difficili dal momento che non verranno rilasciate mappe ufficiali complessive.
E già che ci siamo, parliamo anche di una diffusa leggenda metropolitana secondo cui la Grande muraglia sarebbe “l’unica opera dell’uomo visibile dall’orbita terrestre” oppure dalla Luna, seconda le versioni più comuni. Una ricerca di Scientific American del 2008, che intervistò molti astronauti chiedendo conferma della leggenda, stabilì in primo luogo che dalla superficie lunare, a circa 370.000 km dalla Terra, la Grande muraglia non si vede per nulla, e in secondo luogo che può essere vista a volte dalle orbite terrestri più basse, intorno ai 160 km di altezza, ma solo in particolari condizioni meteorologiche e di illuminazione: ad esempio quando il sole sta tramontando e le sezioni del muro più solide (spesso perché ricostruite, come nei dintorni di Pechino) proiettano sul terreno un’ombra molto lunga. Gli astronauti ricordano di aver notato con precisione molto maggiore aeroporti e strade che attraversano il deserto.
Il punto principale sembra essere il contrasto rispetto all’ambiente circostante: è stato possibile vedere la struttura anche da qualche centinaio di chilometri di altezza, ad esempio, se in inverno una sezione della Grande muraglia viene liberata dalla neve, mentre per chilometri intorno il terreno è ricoperto di bianco. Per i cinesi, la questione della visibilità dello spazio è stata a lungo un motivo di orgoglio ed era segnalata anche nei libri di testo per le elementari. Il ministro dell’Educazione dovette rivedere i testi, dopo che, nel 2003, il primo astronauta cinese ad andare nello spazio, Yang Liwei, ammise che durante le 14 orbite che aveva fatto intorno alla Terra con la missione Shenzhou 5 non era riuscito a vedere con chiarezza il monumento.
Grande muraglia e politica
L’annuncio della nuova dimensione complessiva della Grande muraglia ha portato ad una serie di reazioni allarmate o sospettose, in particolare da parte del governo della Corea del Sud, mentre in altri paesi vicini dove il sentimento anticinese è molto forte, come in Mongolia, è passato completamente inosservato. Un funzionario del ministero degli Esteri sudcoreano ha detto che “la posizione principale del governo è di non sottovalutare nessuna possibile distorsione storia che si colleghi direttamente all’identità etnica dei coreani”. La reazione sembrerà un poco esagerata, ma, come spiega l’Atlantic, ci sono sotto questioni molto sensibili che riguardano i rapporti tra i due paesi.
Le nuove sezioni che sono rientrate nel conto ufficiale, infatti, si trovano in parte nella Manciuria nordorientale, in zone che oggi sono in territorio cinese (nessuna sezione al di fuori del paese è stata conteggiata) ma che in passato erano abitate dagli antichi regni coreani. È probabile che almeno alcune di quelle sezioni siano state costruite proprio dagli antichi coreani, come il regno di Koguryo, che si estese per gran parte dell’odierna Manciuria dal 37 avanti Cristo al 688, e che l’operazione “culturale” cinese abbia dei risvolti politici. Altre fortificazioni simili a quelle appena inserite nel conto si trovano nel territorio della Corea del Nord o della Siberia russa, ma non sono rientrate nella nuova stima.
Già in passato, altre dichiarazioni cinesi sull’estensione della Grande muraglia sono sembrate motivate da qualcosa di diverso rispetto all’archeologia. Nel 2001, l’agenzia di stampa cinese Xinhua dichiarò che la scoperta di una nuova sezione nel deserto di Lop Nor, usato come area per test nucleari fino al 1996, allargava di circa 500 chilometri l’estremità occidentale della Grande muraglia, portando la lunghezza complessiva da 6.700 a 7.200 chilometri circa. La nuova estensione era per una parte importante all’interno della Regione autonoma dello Xinjiang, un’area nel nordovest della Cina in cui si trova un movimento separatista della popolazione autoctona, gli Uiguri di religione musulmana. Il New York Times scrisse che la nuova estensione a ovest della Grande muraglia “potrebbe aiutare Pechino a rafforzare le sue rivendicazioni sul Xinjiang”.
foto: la Testa del Vecchio Drago, il punto più orientale della Grande muraglia della dinastia Ming, a Qinhuangdao, Cina.
(Andrew Wong/Getty Images)