Gli scontri nella fabbrica Suzuki in India
In cui, a causa di un incendio doloso, è morto un dirigente, un centinaio di persone sono rimaste ferite e 91 dipendenti sono stati arrestati
Mercoledì sera, vicino a Nuova Delhi, è morto durante una violenta protesta sindacale in uno stabilimento della Maruti Suzuki il direttore generale delle risorse umane, Awanish Kumar.
Nello stabilimento di Manesar, che produce circa la metà delle auto vendute annualmente in India, è scoppiato un incendio doloso in cui, oltre alla morte del dirigente, sono rimaste ferite circa cento persone: la polizia ha arrestato con varie accuse, compresa quella di omicidio colposo, 91 dipendenti. Lo stabilimento, anche a causa dei gravi danni strutturali dovuti alle fiamme, è stato chiuso.
La violenza sarebbe iniziata dopo che un operaio insultato da un suo superiore avrebbe reagito picchiandolo. La direzione aziendale lo avrebbe sospeso rifiutando però di discutere la questione con il sindacato (Suzuki Maruti Workers Union) e chiamando e pagando «centinaia di picchiatori» per punire i lavoratori che avevano nel frattempo iniziato una protesta. Questa la versione riferita in un comunicato stampa da Ram Meher, presidente del sindacato. La direzione della Maruti Suzuki sostiene invece che la responsabilità è di un gruppo di lavoratori che alla catena di montaggio avrebbe picchiato un supervisore: il sindacato li avrebbe protetti spingendo i dipendenti alla protesta contro tutti i dirigenti.