I centri di detenzione straordinaria della CIA in Europa
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiesto alla Polonia i documenti sulla struttura vicino a Varsavia, dove sarebbe stato praticato anche il "waterboarding"
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto al governo della Polonia di consegnare una serie di documenti riservati che dovrebbero contenere i dettagli di come la CIA avrebbe allestito e gestito (a partire dal 2002) un cosiddetto centro di “detenzione straordinaria” vicino a Varsavia. Qui, le persone sospettate di terrorismo e di far parte di al Qaida venivano sottoposte a tecniche estreme di interrogatorio e al cosiddetto “waterboarding”, pratica che consiste nell’immobilizzare il detenuto, alzargli i piedi sopra la testa, coprirgli con un panno bocca e naso versando costantemente acqua per dare la sensazione di soffocamento e annegamento. La Polonia avrà tempo fino al 5 settembre per conformarsi alla richiesta dei giudici di Strasburgo e consegnare le informazioni.
Circa un mese fa, attraverso la testimonianza di un uomo polacco, è stata rivelata l’esistenza di tali documenti (in cui si troverebbero anche le procedure da adottare in caso di decesso di un detenuto). I fogli sarebbero stati firmati dal capo dei servizi segreti polacchi ma non dai funzionari americani che, secondo quanto riporta il quotidiano Gazeta Wyborcza, ne avrebbero “riso” spiegando che questo tipo di attività non può essere gestita “attraverso accordi formali”. I funzionari polacchi hanno finora rifiutato di confermare o negare l’esistenza dei documenti.
La richiesta della Corte europea è stata emessa dopo che negli Stati Uniti alcuni avvocati per la difesa dei diritti civili hanno presentato al tribunale di Strasburgo una istanza di risarcimento a nome di Abd al Rahim al Nashiri, il saudita accusato di aver organizzato nel 2000 l’attentato contro la portaerei Uss Cole al largo dello Yemen in cui morirono 17 marinai americani. L’uomo è comparso martedì di fronte al tribunale militare di Guantánamo, a Cuba, per un’udienza preliminare.
Abd al Rahim al Nashiri era stato arrestato nell’ottobre del 2002 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dalle forze di sicurezza locali. Dopo un mese era stato consegnato alle autorità americane che lo avevano trattenuto in detenzione segreta per quasi quattro anni: a quanto pare dal dicembre 2002 al giugno 2003 anche nella prigione polacca di Varsavia. Durante questo periodo, secondo una testimonianza del 2007 dello stesso al Nashiri, l’uomo sarebbe stato sottoposto a gravi pratiche (compreso il “waterboarding”) e interrogato con “tecniche non autorizzate”. Nel settembre 2006, Abd al Rahim al Nashiri è stato trasferito a Guantánamo, dove è tuttora detenuto.
Dopo la richiesta della Corte europea uno degli avvocati di al Nashiri ha dichiarato: «Gli Stati Uniti e la Polonia hanno condotto queste operazioni segrete di detenzione sul territorio europeo senza alcun controllo giurisdizionale. Ora un tribunale europeo sta dimostrando di voler prendere molto sul serio queste violazioni». E potrebbe essere la dimostrazione della volontà di fare trasparenza sulla questione dei centri di detenzione gestiti dalla CIA.
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(Nella foto: dimostrazione della tecnica del “waterboarding”, Times Square, 11 gennaio 2008 – TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images)