Sta fallendo la Sicilia?
L'intervista del Corriere a Ivan Lo Bello, ex capo degli industriali siciliani che aveva richiesto l'intervento di oggi di Mario Monti sui guai della regione
Il capo del governo Mario Monti ha inviato oggi una lettera al presidente della Regione Sicilia Lombardo chiedendo conferma delle sue annunciate dimissioni e citando «gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default». L’intervento di Monti rende premonitrice (e forse acceleratrice) l’intervista che l’ex capo degli industriali siciliani e oggi vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, aveva dato ieri al Corriere della Sera sullo stato delle finanze siciliane.
Che fare, presidente Lo Bello?
«Avviare una operazione-verità. Primo: scuotere dal torpore i siciliani, a cominciare dai dipendenti regionali e dai pensionati della stessa Regione che saranno i primi a trovarsi senza stipendi in caso di crollo. Nessuno lo dice. Bisogna cominciare a spiegarlo. Secondo: il governo Monti deve subito mettere mano ai conti della Regione, controllando un bilancio reso non trasparente da poste dubbie e residui inesigibili».
Un commissario per la Sicilia, come chiede l’Udc? Anche contro le competenze dello Statuto autonomista?
«La Sicilia rischia di diventare la Grecia del Paese e il Paese deve intervenire anche superando gli ostacoli di una autonomia concessa nel dopoguerra, in condizioni storiche e politiche ormai lontanissime, ma utilizzata da scriteriate classi dirigenti per garantire a se stesse l’impunità».
Siamo davvero sull’orlo del precipizio?
«Probabilmente sì. Siamo all’epilogo di una lunga stagione politica ed economica che non riguarda solo il governo Lombardo ma che si è basata esclusivamente su una capillare distribuzione assistenziale e clientelare delle risorse pubbliche».
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