La storia della neonata morta a Napoli

Il Corriere racconta le intercettazioni di alcuni medici, che avrebbero discusso il cambiamento delle cartelle cliniche per nascondere eventuali responsabilità

Il Corriere della Sera ha pubblicato sul suo sito un’inchiesta di Amalia De Simone sulla morte di una neonata avvenuta all’ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli. Poco prima del decesso, i medici della clinica avrebbero discusso per modificare le cartelle della neonata, forse per nascondere particolari responsabilità. Il caso è stato scoperto grazie a una serie di intercettazioni e indagini condotte dalla Procura.

«Vedete di apparare questa cartella nel migliore dei modi». La piccola Antonia lottava tra la vita e la morte, forse a causa di errori commessi durante il parto e intanto i medici e l’ostetrica dell’ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli, che l’avevano fatta venire al mondo, decidevano come “apparare” e cioè aggiustare, truccare la sua cartella clinica per nascondere le loro responsabilità, se si fosse verificato il peggio. Il peggio arrivò pochi giorni dopo: Antonia lasciò i suoi genitori, Giusi e Michele che decisero di sporgere denuncia perché fosse fatta chiarezza sulle circostanze della morte della bimba. La verità venne fuori solo molti mesi dopo, quando uno dei medici che aveva partecipato al parto confessò al pm di Torre Annunziata Emilio Prisco, di aver effettuato una intercettazione ambientale registrando parte dell’incontro avuto con il primario e l’ostetrica presenti al parto, mentre si decideva di “confezionare” una nuova cartella clinica che garantisse loro l’impunità. E così il procuratore aggiunto Raffaele Marino e il pm Prisco, chiesero e ottennero dal gip alcune misure cautelari a carico di medici e paramedici ritenuti responsabili a vario titolo, della morte della neonata e di averne falsificato la cartella clinica.

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