Chi vincerà più medaglie a Londra
La banca Goldman Sachs analizza redditi e livelli di benessere nei paesi partecipanti per prevedere il numero di medaglie vinte: all'Italia andrebbe poco meglio che a Pechino
La banca d’investimenti americana Goldman Sachs ha pubblicato un rapporto in cui pronostica il numero delle medaglie che i paesi partecipanti vinceranno alle Olimpiadi di Londra 2012. Secondo le previsioni dell’Olympics and Economics Research Report le nazioni più industrializzate del mondo «che sono in grado di creare un ambiente di benessere» hanno maggiori probabilità di vincere medaglie olimpiche.
Al primo posto della classifica ipotizzata – e qui siamo capaci tutti – ci sono gli Stati Uniti che secondo Goldman Sachs vinceranno 108 medaglie in tutto, 37 d’oro. La Cina si classificherà seconda nel medagliere con 33 medaglie d’oro, mentre il Regno Unito potrà beneficiare del vantaggio di ospite e prendere 30 medaglie d’oro – molte di più di quelle ottenute nei Giochi del 2008 (che erano 19). Secondo il rapporto il paese organizzatore può aspirare a un aumento del 54% di medaglie vinte rispetto l’edizione precedente.
Dopo i primi la classifica di Goldman Sachs prevede: Australia, Francia, Germania, Corea del Sud, Italia (30 medaglie, 10 d’oro: furono 27 e 8 a Pechino) e Ucraina. Tra i primi dieci paesi del medagliere finale ci sono cinque nazioni del G7, il gruppo delle sette nazioni più industrializzate del mondo, due paesi dei BRICS (Cina e Russia) e la Corea del Sud che fa parte del gruppo N 11, i paesi del sud-est asiatico in grande crescita economica. Insieme, ha detto Goldman Sachs «questi paesi vinceranno più della metà di tutte le medaglie che saranno assegnate».
La “world class environment”, il fattore principale su cui si basa il rapporto per stilare la classifica, è formato da diversi criteri che compongono il GES (Growth Environment Scores), cioè una serie di misure economiche aggregate e analizzate per ogni singolo paese dal 1996 da parte di Goldman Sachs: le condizioni economiche di famiglie, imprese e Stato, la qualità del capitale umano nella produzione, la tecnologia prodotta e le condizioni politiche, la cultura sportiva nella storia del paese, la presenza di infrastrutture che permettono il miglioramento delle prestazioni degli atleti. Ad ognuno di questi fattori gli analisti di Goldman Sachs hanno dato un valore da uno a dieci.
Gli economisti José Ursua e Kamakshya Trivedi hanno detto che «i paesi con un ambiente molto sviluppato o in forte crescita, in grado di produrre redditi elevati, sono candidati a vincere più medaglie d’oro, da sempre la misura del Pil pro capite è sinonimo di vittoria». Non tutti gli sport hanno la stessa «sensibilità» e la possibilità che ci sia un rapporto tra i dati economici di un paese e la vittoria delle medaglie all’Olimpiade è maggiore per alcuni sport. Ad esempio praticare la vela o l’equitazione è molto più costoso che giocare a calcio o a basket. Questo rappresenta un limite per la partecipazione a livelli competitivi a questi sport dei paesi con un basso livello di reddito pro capite.
Detto questo, il quotidiano londinese Daily Telegraph ricorda, nel riportare il rapporto, che a suo tempo le previsioni di Goldman Sachs sulla Coppa del Mondo del 2010 in Sudafrica non furono molto azzeccate. Allora avevano pronosticato la vittoria del Brasile e il quarto posto dell’Inghilterra. Il Brasile invece uscì ai quarti di finale e l’Inghilterra agli ottavi.
Foto: Goldman Sachs, New York (Richard Drew/AP/dapd)