Le condanne per i manifestanti del G8 di Genova
La Cassazione le ha confermate per 5 manifestanti, per un totale di circa 50 anni di carcere, mentre per altri cinque si dovrà rifare il processo d'appello
Ieri la Cassazione ha condannato in via definitiva 5 dei 10 manifestanti sotto processo per i danneggiamenti avvenuti durante le manifestazioni per il G8 di Genova, nel 2001. A tre di loro le condanne sono state scontante di 9 mesi o un anno, dato che la Cassazione ha annullato la parte di pena prevista per la detenzione di bombe molotov, considerando il reato già assorbito negli altri contestati. Per gli altri cinque manifestanti, la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna della Corte d’Appello, ma solo per quanto riguarda la mancata concessione di attenuanti generiche: il loro processo ricomincerà dunque alla Corte d’Appello di Genova, che dovrà riesaminare la concessione delle attenuanti.
I cinque che hanno ricevuto la conferma definitiva della condanna sono già entrati in carcere. Sono Ines Morasca (condannata 6 anni e 6 mesi), Alberto Funaro, Marina Cugnaschi (12 anni e tre mesi), Vincenzo Vecchi (13 anni e tre mesi) e Francesco Puglisi (15 anni). Sono liberi Dario Ursino (compagno di Ines Morasca e condannato a sette anni), Carlo Arculeo (condannato a 8 anni), Carlo Cuccomarino, Antonino Valguarnera (8 anni) e Luca Finotti (10 anni) in attesa che ricominci il processo di appello.
(Chi sono i manifestanti condannati per il G8 di Genova)
In tutto, tra condanne già definitive e condanne in appello, i manifestanti rischiano un totale di circa 100 anni di carcere, di cui 47 sono già definitivi. Questo è il motivo della campagna “10×100” (10 persone per 100 anni di carcere) che chiedeva l’assoluzione per i dieci imputati. Le accuse erano di “devastazione” e “saccheggio” e riguardavano principalmente gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nel pomeriggio del 20 luglio 2001, intorno a via Tolemaide. Quello stesso pomeriggio morì il manifestante 23enne Carlo Giuliani.
La grandissima parte dei danni che vennero fatti intorno ad alcune manifestazioni durante il G8 sono rimasti senza un colpevole e quasi tutte le persone arrestate a Genova (oltre 300) sono state rilasciate senza che venisse loro contestato un reato. Il processo a carico dei pochi manifestanti arrestati o individuati successivamente, la maggior parte dei quali è stata identificata da chi ha svolto le indagini come parte del gruppo dei cosiddetti “black bloc” o “tute nere”, è stato molto lungo: quello di primo grado si è concluso il 14 dicembre 2007, quando 24 manifestanti sono stati condannati.
Ma nel processo d’appello, che si è tenuto a Genova e si è concluso nel 2009, molti di loro sono stati assolti perché i reati sono stati prescritti o perché la carica dei carabinieri in via Tolemaide venne giudicata illegittima e quindi alcuni fatti contestati ai manifestanti sono stati considerati legittima difesa. Per le dieci persone su cui la Cassazione si è espressa ieri, invece, accusate di devastazione e saccheggio, le condanne in secondo grado erano diventate più pesanti.