La riforma della Camera dei Lord
Il governo di Cameron ha presentato un progetto, che va avanti a rilento, per riformare un ramo del Parlamento di cui fanno parte 26 vescovi e 92 nobili per diritto di nascita
Il disegno di legge sulla riforma della Camera dei Lord, presentato dal governo britannico il 27 giugno scorso, è stato bloccato in seconda lettura alla Camera dei Comuni, l’altro ramo del Parlamento del paese. Durante la discussione del 9 luglio, il partito laburista all’opposizione, a cui si è unito un centinaio di deputati conservatori della maggioranza, ha fatto sapere di essere contrario al tempo massimo di dieci giorni, stabilito dal governo, entro cui discutere il disegno di legge.
Il 10 luglio, il governo di David Cameron ha messo all’ordine del giorno una mozione sul provvedimento, ma alla fine ha deciso di rinviare la discussione proprio per i pareri contrari dei membri della sua stessa maggioranza, ed evitare l’interruzione del procedimento. Da decenni si parla di modificare la composizione e il funzionamento della Camera dei Lord, uno degli organi di governo più particolari tra gli stati europei, ma nessun tentativo è andato a buon fine.
Che cos’è la Camera dei Lord
La Camera dei Lord, detta anche Camera dei pari, risale al XIV secolo e rappresenta una delle due camere che compongono il Parlamento britannico, insieme alla Camera dei Comuni. La sua funzione principale è di verificare e modificare i progetti di legge proposti dalla Camera dei Comuni, prima della votazione finale. La Camera dei Lord non ha alcun potere decisionale sulla durata del governo in carica, né può sfiduciare il primo ministro. Negli ultimi anni ha acquisito la funzione di convertire in legge le direttive dell’Unione Europea.
La sua composizione è molto particolare: attualmente ha 826 membri (peers, “pari”), ma il suo numero non è fisso, e solitamente chi ne fa parte è nominato (e non eletto) e ha una carica a vita. Le nomine sono di diversa provenienza. Possono venire dal primo ministro o da altri leader di partito, che nominano politici ma anche esperti in specifici settori come scienziati e generali dell’esercito: per queste nomine “politiche”, i nominati ricevono il titolo nobiliare di barone, anche se non possono trasmetterlo ai propri figli. Ventisei (questo numero è fisso) sono membri perché vescovi importanti della Chiesa anglicana, i cosiddetti Lords Spiritual in contrapposizione a tutti gli altri, i Lords Temporal. 92 membri (anche questo numero è fisso, dal 1999) lo sono perché “pari ereditari”, ovvero perché membri della nobiltà britannica che hanno ereditato il titolo dai loro genitori.
L’ultima proposta di riforma
Il disegno di legge presentato dal partito liberaldemocratico del vice primo ministro Nick Clegg prevede la riduzione di quasi la metà del numero dei membri che compongono la Camera dei Lord, passando dagli attuali 826 a 450. Il disegno di legge prevede l’elezione diretta dell’80% dei rappresentanti della Camera, mentre per la parte restante, 90 membri, si continuerà con l’attuale metodo che prevede la nomina da parte del governo. Per controllare il corretto svolgimento delle nomine, è prevista la creazione di una commissione che dovrà verificare che gli eletti non abbiano legami con i partiti. Se il disegno di legge verrà approvato scomparirà il diritto di nomina ereditario e saranno ridotti da 26 a 12 i seggi riservati ai vescovi anglicani.
I tempi della riforma
Il governo britannico vorrebbe far coincidere la prima elezione dei rappresentanti della Camera dei Lord a quella del prossimo primo ministro inglese, nel 2015. L’approvazione del disegno di legge da parte della Camera dei Comuni, che esercita la funzione legislativa del parlamento britannico, è prevista entro maggio 2013. Per rispettare i tempi il governo ha presentato un calendario per portare avanti la discussione. Il partito laburista guidato da Ed Miliband e i quasi 100 membri della maggioranza si sono opposti proprio alle tappe di questo calendario, minacciando di votare contro in Parlamento.
Gli oppositori alla riforma
Molti politici di alto livello, appartenenti alla maggioranza di David Cameron, hanno fatto sapere che il disegno di legge, così com’è, potrà incontrare molte difficoltà al momento del voto. Il leader del partito laburista all’opposizione Ed Miliband ha detto di condividere il contenuto del disegno di legge, ma ha chiesto che venga fatto un referendum in tutto il Regno Unito, una volta concluso il procedimento. Il primo ministro Cameron ha detto: «Trovo abbastanza incredibile che il partito laburista, dichiarando programma elettorale dopo programma elettorale la propria intenzione di riformare la Camera dei Lord, si opponga alla mozione sui tempi, impedendo così alla riforma stessa di andare avanti». Gli oppositori hanno negato questa ipotesi sostenendo che «occorre più tempo per discutere una riforma così radicale che cambia la Costituzione».
I tentativi di riforma nel corso degli anni
I punti principali che vengono criticati da decenni, nel funzionamento della Camera dei Lord, sono la presenza di membri per diritto di nascita, un principio che molti ritengono antidemocratico e anacronistico, e il fatto che ai membri della Camera venga dato un titolo nobiliare. Con l’House of Lords Act, una legge del 1999, il partito laburista aveva già diminuito il numero degli aventi diritto alla nomina per eredità. Oltre a questo, sono stati molti i provvedimenti presentati, ma la procedura d’elezione dei membri della Camera dei Lord non è mai stata riformata. I membri della maggioranza hanno detto che dietro a questo ultimo rinvio c’è la paura che la Camera dei Lord, se sarà eletta dai cittadini, possa acquisire prestigio e legittimità tali da minacciare «la supremazia» della Camera dei Comuni.
Foto: la Camera dei Lord (AP Photo/Alastair Grant, Pool)