La Francia non vuole più la TAV?
Qual è il problema del governo francese con i progetti ferroviari ad alta velocità, che ha suscitato discussioni e polemiche anche in Italia
Mercoledì 11 luglio il ministro del Bilancio francese Jérôme Cahuzac, 60 anni, del Partito Socialista, ha annunciato al canale televisivo pubblico France 2 una revisione dei progetti di investimento sulle linee ad alta velocità ferroviaria nel paese.
Cahuzac ha detto che la revisione è necessaria perché il governo precedente ha approvato piani troppo ambiziosi rispetto allo stato dei conti pubblici. «Lo Stato e coloro che lo dirigevano hanno previsto una moltitudine di progetti senza avere neppure l’inizio dell’inizio del minimo finanziamento. Ci si è voluti mettere in mostra […]. Il governo non avrà altra scelta che rinunciare ad alcune opzioni». Cahuzac ha poi aggiunto che SNCF, la società ferroviaria francese di proprietà dello Stato, dovrebbe concentrarsi piuttosto sui problemi delle linee tradizionali, dicendo: «Ci si può chiedere se prolungare questa o quella linea ad alta velocità per un guadagno di tempo marginale sia preferibile al mantenimento della rete secondaria del trasporto ferroviario, indispensabile perché utilizzata da molte persone».
In Francia si parlava da diversi mesi di una parziale riduzione dei piani di investimento nei TGV (Train à Grande Vitesse, come sono chiamate le linee ferroviarie veloci): durante il governo Sarkozy, era stata progettata da qui al 2020 la costruzione di 14 linee ad alta velocità, circa 2000 chilometri, in tutto il paese, per un investimento complessivo di circa 250 miliardi di euro. Il sito di Réseau Ferré de France, la società che si occupa delle infrastrutture ferroviarie in Francia, ha un’ottima mappa dei percorsi previsti.
Visto il periodi di crisi economica, il nuovo governo socialista ha annunciato che le linee ad alta velocità saranno tra i settori in cui bisognerà tagliare: la scelta, come era già noto, sarà fatta da una commissione di parlamentari e di esperti del settore, che sarà nominata prossimamente e che dovrà classificare i progetti in ordine di priorità, presentando una relazione entro la fine dell’anno.
I progetti dell’alta velocità ferroviaria erano stati già segnalati come problematici in una relazione della Corte dei conti francese sullo stato dei conti pubblici, presentata il 2 luglio scorso. Il giorno dopo, il ministro dei Trasporti Frédéric Cuvillier aveva annunciato che sarebbe stata formata una commissione, precisando che, tra i 14 progetti previsti dal governo precedente, quattro non potranno essere rivisti, dato che per due linee i lavori sono già iniziati (Tours-Bordeaux e Metz-Nancy), mentre per altre due è già stato firmato un contratto vincolante (Le Mans-Rennes e Nîmes-Montpellier).
Restano dunque 10 progetti, tra cui si potranno fare dei tagli. Il quotidiano francese Le Figaro scrive che la linea Nizza-Marsiglia è tra le più a rischio di essere eliminata, dato che è molto costosa (circa 15 miliardi di euro) e presenta problemi di tracciato che non sono ancora stati risolti. Al secondo posto, Le Figaro nomina tra le “linee nel mirino” la Lione-Torino, ovvero il tratto francese del progetto TAV che in Italia è da anni discusso e controverso.
(Le FAQ del governo italiano sulla TAV)
I motivi, secondo il quotidiano francese, sono i costi eccessivi, 12 miliardi di euro, e la diminuzione delle merci passate per quel tratto negli ultimi vent’anni, da undici milioni di tonnellate a sole quattro nel corso del 2011. Lo stato dei lavori della Torino-Lione sul versante francese, fino a ora, prevedeva che nei primi mesi del 2013 si iniziasse lo scavo del tunnel principale. I promotori del progetto dicono che sono già stati spesi, in Francia, oltre 850 milioni di euro. Intervistato dall’ANSA lo scorso aprile, quando era ancora un candidato presidenziale, François Hollande aveva fatto brevemente riferimento alla linea Torino-Lione come a una delle infrastrutture attraverso cui era possibile sostenere “la competitività dell’Europa come terra di produzione”.
L’annuncio di mercoledì del ministro del Bilancio ha causato alcune polemiche in Francia, come riporta L’Express. Hanno protestato in particolare i sindaci delle città che sarebbero dovute essere incluse nei progetti e in primo luogo quello di Tolosa, Pierre Cohen. Il capo di SNCF Guillaume Pepy, invece, ha detto che l’annuncio del ministro di voler rivedere le spese gli è parso “ragionevole e realista”.
Quanto al tratto francese della Torino-Lione, il presidente del Consiglio regionale di Rhône-Alpes (dove si trova Lione) Jean-Jack Queyranne, socialista, ha detto giovedì 12 luglio in un comunicato che «chiede solennemente al Governo di rispettare la parola della Francia», definendo il progetto «esemplare» e aggiungendo che Hollande ha ripetuto l’impegno in favore della linea Torino-Lione anche durante la sua ultima visita in Italia nel giugno scorso.