I minatori spagnoli sono arrivati a Madrid
Le foto della protesta notturna nella capitale, dopo venti giorni di marcia
Dopo 450 chilometri di marcia circa duecento minatori spagnoli provenienti dalle regioni settentrionali delle Asturie e del León sono arrivati a Madrid per protestare contro i tagli al settore decisi dal nuovo governo di Mariano Rajoy. La cosiddetta marcia negra – per richiamare il colore del carbone – era iniziata il 22 giugno scorso ed è terminata ieri dopo 19 giorni in Puerta del Sol, la principale piazza della capitale.
I minatori hanno camminato per ore sotto il sole, ristorandosi con cibo e acqua in stazioni lungo la strada e dormendo nei centri sportivi pubblici. Lungo il percorso erano schierate ambulanze della Croce rossa spagnola per soccorrere i minatori che si fossero sentiti male. L’ultimo giorno i manifestanti hanno marciato per 33 chilometri e verso le 23:30 sono arrivati all’Arco de la Victoria de Moncloa, dove sono stati accolti da centinaia di madrileñi – molti vestiti di nero – con applausi, slogan e canti. Pompieri, insegnanti, esponenti dei sindacati e giovani si sono aggiunti alla loro marcia. Questa mattina è prevista una manifestazione da plaza del Colón al ministero dell’Industria: oltre ai minatori della marcia negra se ne aggiungeranno altri arrivati da tutta la Spagna su 500 autobus. Secondo i sindacati i manifestanti saranno 25 mila.
Secondo un accordo firmato dall’Unione europea la Spagna dovrà tagliare i sussidi alle società minerarie non redditizie entro il 2018. Ma il governo spagnolo ha deciso di accelerare i tagli e di ridurre i sussidi del 63 per cento il prossimo anno. I minatori sostengono che il governo deve rispettare un accordo firmato dai sindacati dei minatori con il governo precedente, per cui nel 2013 i sussidi verranno ridotti soltanto del 10 per cento. I minatori protestano per i tagli da oltre un mese, spesso bloccando strade e autostrade e scontrandosi violentemente con la polizia. Nel frattempo sono diventati per gran parte degli spagnoli il simbolo dello scontento causato dalla crisi e dalle misure di austerità prese da Rajoy e i suoi ministri. Il governo spagnolo sostiene invece che i privilegi del settore sono eccessivi rispetto alle condizioni degli altri lavoratori.