Il Parlamento egiziano si è riunito nonostante il divieto
Le foto della seduta di oggi, considerata «una sfida» dai militari e dalla Corte Costituzionale
Questa mattina i deputati della Camera bassa del parlamento egiziano sono tornati a riunirsi in aula, dopo che la Corte Costituzionale egiziana aveva decretato il suo scioglimento nel giugno scorso, dichiarando incostituzionale la legge elettorale. Due giorni fa il presidente egiziano Mohammed Mursi aveva ordinato la riunione della Camera, ma la Corte poche ore dopo aveva ribadito la validità della sua decisione. La Corte aveva stabilito che un terzo dei membri del Parlamento erano stati eletti illegalmente, perché la legge permetteva ai candidati politici di potersi candidare ai seggi riservati ai candidati indipendenti, e quindi l’assemblea non era valida.
La seduta di questa mattina è durata cinque minuti. Il presidente del parlamento Saad al-Katatni, esponente del partito che fa riferimento ai Fratelli Musulmani, ha detto: «Con questa riunione non stiamo violando la legge, stiamo cercando di chiarire a livello legislativo la posizione dei parlamentari rispetto alla sentenza». Subito dopo la seduta la Corte ha di nuovo ribadito la validità della sua decisione, congelando il decreto di Mursi sulla riapertura del Parlamento.
In aula erano presenti soltanto gli esponenti del partito del presidente Mursi e i salafiti, mentre i parlamentari liberali erano assenti. Il presidente egiziano, attraverso il suo portavoce Ali Yasser, ha fatto sapere che la sua decisione di convocare in assemblea i 508 deputati della Camera bassa è stata «un’affermazione della volontà popolare». I vertici dell’esercito, che hanno guidato l’Egitto per un anno dopo la caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak e tutt’ora detengono di fatto il potere esecutivo e quello legislativo, hanno detto che la decisione del presidente di riunire la Camera rappresenta «una sfida». Davanti alla sede dell’Assemblea del Popolo ci sono stati questa mattina degli scontri fra i sostenitori dei Fratelli Musulmani e quelli del partito liberale.
Il presidente egiziano Mursi ha affermato che l’Assemblea del Popolo resterà in vigore fino alle prossime elezioni legislative, che dovranno essere indette entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della nuova Costituzione egiziana (attualmente in fase di scrittura). I giudici della Corte hanno minacciato di avviare provvedimenti legali contro il presidente egiziano per aver «sfidato le decisioni dell’organismo giudiziario più alto dello Stato».
Per la prossima seduta del Parlamento, ha fatto sapere il presidente dell’Assemblea Saad al-Katatni, «si dovrà attendere il pronunciamento della Corte d’Appello che esaminerà il ricorso presentato dai Fratelli Musulmani, sulla validità della sentenza della Corte Costituzionale». Il segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton, che visiterà la capitale egiziana il 14 luglio prossimo, ha esortato «tutte le parti a dialogare per non mettere a rischio il processo di transizione democratica». Gli egiziani, ha detto, «hanno diritto di ottenere ciò per cui hanno lottato e votato, ovvero un governo pienamente democratico in grado di prendere le decisioni che facciano andare avanti il Paese».