Che cos’è la Consip
E come funziona la società pubblica che con la spending review si occuperà di controllare gli acquisti della pubblica amministrazione
Con l’entrata in vigore del decreto sulla spending review cambiano le funzioni della Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici), la centrale acquisti per la Pubblica amministrazione (Pa). Le nuove regole stabiliscono che anche gli enti locali – Regioni, Province, Comuni – dovranno rispettare i prezzi stabiliti dalla società per l’acquisto di beni e servizi come l’energia elettrica, il gas, il carburante per le auto, il riscaldamento e i contratti telefonici.
La concessionaria dello stato, che esiste dal 1997 ed è operativa dal 1998, dovrà stabilire i prezzi delle forniture per la Pubblica amministrazione ed enti locali all’interno di limiti fissati, per evitare che i prezzi pagati alle aziende private fornitrici siano “gonfiati”. La Consip è controllata al cento per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Con le nuove regole, gli enti locali come i Comuni e le Asl perderanno parte della propria autonomia di spesa e per fare gli acquisti dovranno rivolgersi ai fornitori convenzionati tenendo conto dei prezzi stabiliti dalla Consip.
Ci sono però delle eccezioni: per alcuni tipi di beni e servizi gli enti locali potranno rivolgersi alle Centrali di committenza, enti provinciali e regionali che svolgono in parte le stesse funzioni della Consip. I prezzi stabiliti dalle Centrali di committenza dovranno essere però più convenienti di quelli fissati dalla Consip, altrimenti la fornitura verrà annullata. Le società fornitrici interessate parteciperanno alle gare d’appalto organizzate dalla Consip stipulando convenzioni. La concessionaria deciderà il prezzo più conveniente dopo aver valutato le offerte, ma non stabilirà il numero dei pezzi da acquistare, cioè le quantità.
Se, per esempio, un ministero ha bisogno della carta per le fotocopie o di nuove attrezzature per gli uffici deve rivolgersi a una delle aziende che ha vinto la gara d’appalto organizzata dalla Consip. Per i vecchi contratti di fornitura di beni e servizi la Consip potrà anche decidere di introdurre una clausola di recesso se i prezzi non sono in linea con quelli stabiliti. Gli abbonamenti alla telefonia fissa dovranno essere ad esempio inferiori ai 10 euro al mese e le chiamate con il telefono cellulare ai 5 centesimi al minuto.
In seguito al decreto sulla spending review, la Consip ha trasferito alla Sogei, Società generale d’informatica, un’azienda italiana controllata anch’essa al 100 per cento dal Ministero dell’economia, il compito di riordinare gli enti che si occupano delle tecnologie informatiche della Pa. Insieme a questa ridistribuzione delle funzioni, il governo ha deciso di far decadere i consigli di amministrazione di Consip e di Sogei. I Cda rimarranno comunque in carica fino alle prossime assemblee delle due società, che saranno convocate entro la fine di luglio, per rinnovare i consigli di amministrazione e i presidenti.
L’attuale presidente della Consip è Raffaele Ferrara, ex-dirigente delle Ferrovie dello Stato, dell’Agenzia delle Entrate e dei Monopoli. L’amministratore delegato è Domenico Casalino, esperto di sistemi informativi ed ex-manager del Tesoro. Casalino ha detto: «Si stima che le amministrazioni dello Stato nel 2012 faranno acquisti per un valore oscillante fra i 34 e i 39 miliardi di euro e di poter risparmiare fra i 5 e i 6 miliardi sui prezzi». Nel 2011 «abbiamo fatto acquisti per 28,8 miliardi di euro e abbiamo risparmiato 3,9 miliardi sui prezzi».
In seguito all’entrata in vigore del decreto sullo sviluppo, dal 26 giugno scorso la Consip è anche responsabile dell’acquisto di beni e servizi informatici per l’amministrazione pubblica e nel valutare la «congruità tecnico-economica» dei progetti dell’informazione e comunicazione tecnologica della Pa. Eredita così le funzioni che prima erano della DigitPa, l’ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. La Consip si occuperà quindi anche delle infrastrutture tecnologiche, dell’integrazione e diffusione del patrimonio informativo della Pa in collaborazione con la nuova Agenzia per l’Italia Digitale, l’ente creato dal governo Monti per lo sviluppo della banda larga in Italia e la diffusione delle nuove tecnologie.
foto: Enrico Bondi (PACO SERINELLI/AFP/Getty Images)