Come andrà lo Huffington Post in Italia?
Dipende da quanto riesce a essere diverso dalla versione originale, scrive Christian Rocca
Sull’ultimo numero di IL, il magazine del Sole 24 Ore, il direttore Christian Rocca riflette sugli scenari italiani dello Huffington Post, che Lucia Annunziata – direttore incaricato – ha annunciato sarà online per settembre (disclaimer: l’articolo parla bene del Post, che ha una collaborazione con IL).
Faccio molti auguri a Lucia Annunziata e alla squadra di giornalisti, manager e investitori che sta preparando il lancio di Huffington Post Italia, ma temo che quel modello di informazione da noi non funzionerà. A essere più precisi, il problema è che il modello Huffington Post da noi funziona già molto bene, sicché lo sbarco italiano del sito fondato da Arianna Huffington difficilmente avrà l’impatto che ha avuto negli Stati Uniti.
Mi spiego. Il grande successo dell’Huffington Post originale si deve all’introduzione nel panorama informativo americano della commistione tra alto e basso, della contaminazione tra politica e gossip, dell’abbattimento del sacro muro di divisione tra fatti e opinioni. Da noi tutto questo c’è già, mescolato, frullato, digerito. Lo fanno quasi tutti i grandi giornali, da ben prima che nascessero i blog. Tranne qualche rara eccezione, non c’è differenza tra quotidiani di qualità e tabloid, a differenza di quanto accade nel Regno Unito o negli Stati Uniti. Noi abbiamo un solo tipo di giornale. Un giornale con la pretesa di essere di qualità malgrado i titoli gridati, il pathos scandalistico e i rumors da portineria. Un giornale conquistato dalla tabloidizzazione, con poca autorevolezza, di scarsa affidabilità. Siamo il Paese di Satyricon, non del Pulitzer.
(continua a leggere sul sito di IL)