Le perquisizioni contro Sarkozy
Riprende l'inchiesta Bettencourt, dopo la fine dell'immunità presidenziale: l'ex presidente francese è accusato di aver ricevuto finanziamenti elettorali illeciti
Ieri la polizia giudiziaria francese ha condotto una serie di perquisizioni nei confronti dell’ex presidente Nicolas Sarkozy, coinvolto in un caso di per presunti finanziamenti illeciti – il cosiddetto caso Bettencourt – legati alla campagna elettorale del 2007.
Accompagnato da una decina di agenti, il giudice di Bordeaux Jean-Michel Gentil ha perquisito a Parigi l’appartamento di proprietà di Carla Bruni, la moglie di Sarkozy, e successivamente la sede dello studio di avvocati Arnaud, Claude e associati di cui l’ex presidente francese è socio. Infine, le autorità hanno controllato i nuovi uffici utilizzati da Sarkozy da quando non è più in carica. È la prima volta che un ex presidente della repubblica francese subisce una perquisizione, spiega il corrispondente del Corriere della Sera Stefano Montefiori, e la vicenda dimostra quanto sia determinato il giudice Gentil nel verificare come andarono le cose nel 2007, quando l’UMP (Union pour un Mouvement Populaire) ricevette presunti finanziamenti illeciti.
In Francia si parla del caso ormai da più di due anni, ma solo oggi la fine dell’immunità presidenziale di Sarkozy sta consentendo ai magistrati di condurre con maggiore libertà le indagini. I giudici vogliono capire che ruolo ebbe la famiglia Bettencourt nella campagna elettorale di cinque anni fa. Liliane Bettencourt, 89 anni, è la donna più ricca di Francia (la quindicesima persona più ricca al mondo) ed è la principale azionista della società produttrice di cosmetici L’Oréal. Lo staff della signora Bettencourt avrebbe consegnato a Sarkozy – o a persone a lui vicine – alcune buste contenenti decine di migliaia di euro, violando le regole per il finanziamento delle campagne elettorali in Francia che impongono un limite di 4.600 euro per i singoli privati che vogliono contribuire alla campagna di un candidato.
Oltre alle buste contenenti denaro, ci sarebbero stati trasferimenti di altre somme da alcuni conti bancari svizzeri di proprietà dei Bettencourt verso la campagna elettorale di Sarkozy. In questo caso si parla di due versamenti da circa 400mila euro da parte dell’ex consulente finanziario della proprietaria dell’Oréal. Il primo versamento risale al febbraio del 2007 e avvenne pochi giorni prima che il consulente, Patrice de Maistre, incontrasse l’allora tesoriere dell’UMP Éric Woerth, che sarebbe poi diventato ministro del Bilancio e del Lavoro durante la presidenza di Sarkozy. Il secondo versamento fu eseguito il 26 aprile del 2007, a quattro giorni di distanza dal primo turno delle elezioni che Sarkozy avrebbe poi vinto dieci giorni dopo.
Le perquisizioni sono state eseguite mentre l’ex presidente francese si trova in Quebec (Canada) in vacanza con la famiglia. Sarkozy ha sempre negato le accuse rivolte dai magistrati, spiegando di non avere mai ricevuto alcuna busta con denaro da parte dei Bettencourt ed escludendo che qualcun altro del proprio staff abbia potuto ricevere simili somme per la campagna. Il mese scorso, i legali di Sarkozy hanno inviato ai giudici una copia delle pagine dell’agenda del 2007 del loro assistito per dimostrare i suoi spostamenti e i suoi incontri. Gli avvocati chiedono anche che siano ascoltati i membri della scorta di Sarkozy, che seguirono costantemente il candidato alle presidenziali per ragioni di sicurezza.
Il giudice Gentil basa parte delle proprie accuse sulle testimonianze di alcuni membri dello staff di casa Bettencourt. Il maggiordomo Pascal Bonnefoy e la contabile Claire Thibout hanno raccontato di diversi movimenti di persone poco chiari e riconducibili a Sarkozy o a persone a lui vicine. C’è poi l’annotazione scritta sul proprio diario dal fotografo e amico di Liliane Bettencourt, François-Marie Banier, che il 26 aprile del 2007 scrisse che Sarkozy aveva ancora richiesto denaro. Le perquisizioni di ieri non avrebbero comunque portato ad alcun sequestro, cosa che secondo gli avvocati dell’ex presidente francese dimostra quando siano poco fondate le accuse.