Ancora proteste in Ucraina
È stata approvata la legge sul russo, ci sono stati scontri a Kiev, per la promulgazione serve la firma del capo del Parlamento, che però si è dimesso
Oggi ci sono stati proteste e scontri nella piazza del Conference Centre di Kiev, in Ucraina. La questione è sempre quella della legge, in discussione in Parlamento, che conferisce alla lingua russa lo status di lingua regionale ufficiale. L’agenzia di stampa pubblica ucraina, Ukrainan News Agency, ha scritto che in piazza c’erano 500 persone; il corrispondente della AFP ha parlato invece di un migliaio di persone.
Il Parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, ha approvato ieri il disegno di legge voluto dal presidente Viktor Yanukovich che consente e autorizza a gran parte del paese, tutta la regione del sud-est e la penisola di Crimea, di comunicare in russo invece che in ucraino nelle scuole, negli ospedali, nella pubblica amministrazione. La legge era stata votata in prima lettura giovedì scorso, le proteste dei manifestanti sono iniziate un mese fa. Le forze anti-sommossa hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere la protesta, alla quale hanno partecipato anche esponenti dell’opposizione dei partiti Batkivshchina (Patria) e Udar, indossando una coccarda con la scritta: «La mia lingua, la mia libertà». Il corrispondente dell’AFP ha detto di aver visto molto sangue nelle strade.
La votazione di ieri sera ha approvato in seconda e ultima lettura il disegno di legge con 248 voti su 450 deputati. Il presidente del Parlamento si è dimesso perché il voto non era inizialmente all’ordine del giorno. «Sono stato imbrogliato», ha detto Volodymyr Lytvyn, presidente del Parlamento unicamerale, «l’Ucraina è stata imbrogliata, i cittadini sono stati imbrogliati». Il presidente ucraino Yanukovich ha annullato questa mattina la conferenza stampa al Conference Centre a causa delle proteste, convocando i parlamentari e i leader dei partiti per cercare una soluzione. Perché la legge sia promulgata, infatti, servono le firme di Yanukovich e del presidente del Parlamento, il dimissionario Volodymyr Lytvyn.
L’opposizione accusa il presidente di voler utilizzare la legge per garantire al proprio partito, il Partito delle Regioni, il sostegno degli elettori russofoni in vista della campagna elettorale di ottobre per rinnovare il Parlamento, a scapito della sovranità nazionale. Il governo si è difeso ricordando che il russo è la madrelingua della maggioranza delle persone che vivono nell’est e nel sud del paese. Lo stesso presidente Yanukovich è di madrelingua russa.
(AP Photo/Efrem Lukatsky)