La torre Eiffel di Londra
Tanto è così che chiameremo tutti l'enorme The Orbit, che si inaugura tra un mese alla vigilia delle Olimpiadi
Sulla Lettura del Corriere della Sera della settimana scorsa, Vincenzo Trione ha raccontato la torre Orbit progettata dall’artista Anish Kapoor e costruita per le Olimpiadi, che dopo la ruota panoramica The Eye e il Millennium Dome (di diverso successo) si aggiunge al mobile panorama di Londra, con inaugurazione il 27 luglio.
Abbiamo bisogno di simboli: mai come ora. Ne sono consapevoli Anish Kapoor e Cecil Balmond, i quali, in occasione dei prossimi Giochi olimpici di Londra, hanno realizzato una maestosa opera pubblica, intitolata The Orbit (l’inaugurazione è fissata per il 27 luglio). Per capire di cosa si tratti, basta collegarsi a uno dei tanti siti che in questi giorni presentano l’evento. Dapprima, una fitta ramificazione di elementi. Poi, la stratificazione di un continuo e aggrovigliato reticolo di tubi di acciaio rosso. Un totem di 115 metri, che ha richiesto ingenti investimenti (in larga parte finanziato dalla società ArcelorMittal) e che ha già suscitato molte polemiche. Più alto della Statua della Libertà, solenne, si staglierà sullo skyline londinese, rivaleggiando con il London Eye e con il Big Ben.
Un’ardita costruzione, pensata da uno tra i maggiori scultori contemporanei (Kapoor) e da uno tra i più prestigiosi strutturisti del mondo (Balmond), che alimenterà subito infinite corrispondenze iconografiche. Non solo un’orbita imperscrutabile. Ma anche un parafulmine mascherato. Un serpente avvolto su se stesso. Una «massa contorta di interiora» (nelle intenzioni degli autori). Un imponente Golia infuocato (secondo il sindaco di Londra, Boris Johnson).
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