Chi era Alan Turing
Il più ammirato precursore dell'informatica, genio della crittografia e perseguitato per la sua omosessualità, era nato cento anni fa e morì avvelenato da una mela
Lo scienziato inglese Alan Turing fu un matematico, logico ed esperto crittografo, ritenuto uno dei più importanti studiosi e sperimentatori nel campo della matematica applicata e della prima informatica. Il suo nome è associato in particolare alla “macchina di Turing” e al “test di Turing”: la prima un modello teorico di macchina per calcolo ed elaborazioni le più diverse, il secondo una ricerca di criteri attraverso i quali distinguere un umano da una macchina attraverso le risposte che fornisce a questi criteri. È ritenuto uno dei fondatori dell’informatica moderna, precursore dell’idea di “intelligenza artificiale”, e colui che ha formalizzato l’idea di “algoritmo”.
(Conversazione tra sordi, il dialogo tra due chatbot)
Turing nacque a Londra il 23 giugno 1912, cento anni fa, e da diversi giorni le sue scoperte ed opere vengono celebrate e ricordate in tutto il mondo. Oggi Google ha messo online un elaborato “doodle” a lui dedicato e basato sulla “macchina di Turing”. Il suo lavoro non fu solo teorico, ma ebbe importantissime applicazioni soprattutto nel campo della crittografia, quando Turing fu impiegato con lo spionaggio delle forze armate britanniche nel decodificare i linguaggi militari usati dalla Gemania nazista. La sua vita ebbe degli sviluppi di grande dolore e tragedia legati alla persecuzione della sua omosessualità, che fu trattata come un crimine e perseguita con trattamenti forzati di ormoni: morì misteriosamente per un avvelenamento (mangiando una mela) quando aveva solo 41 anni. La versione ufficiale del suicidio è stata più volte contestata. Come sintomo della sua influenza sulla scienza dei computer, a lungo si è detto negli ultimi decenni che il simbolo di Apple della mela morsicata fosse un tributo a Turing, ma lo stesso Steve Jobs ha negato la ricostruzione.
Nel 2009, l’allora primo ministro britannico Gordon Brown si scusò ufficialmente a nome del suo paese per le persecuzioni omofobe contro Turing:
«Per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, ti saresti meritato di meglio»
Il doodle di oggi e la macchina di Turing
Il funzionamento del doodle di oggi non è forse di immediata comprensione, ma si può riassumere così: c’è una striscia di caselle, che possono essere vuote, con un “1” o con uno “0”. Sotto c’è una lista di istruzioni: “scorri alla casella di destra”, “scorri alla casella di sinistra”, “scrivi 1” o “scrivi 0”, “se trovi 1, allora fai quello che dice la prossima istruzione”. Spingendo il tasto verde si attiva il meccanismo, e la “macchina” segue le istruzioni, che possono essere modificate in alcuni punti (tasti in giallo) in modo da ottenere la sequenza in alto a destra (e illuminare una lettera della parola “Google”).
È un giochino che richiede una certa dose di pazienza e di logica: ma soprattutto, è una visualizzazione del principio di funzionamento della cosiddetta “macchina di Turing”, una delle prime e più interessanti intuizioni di Alan Turing.
Turing illustrò il suo funzionamento per la prima volta in un saggio completato nell’aprile del 1936, quando aveva solo 24 anni. Venne pubblicato nel 1937 sulla rivista Proceedings of the London Mathematical Society e aveva il titolo, piuttosto oscuro (ma ci torniamo) On Computable Numbers, with an Application to the Entscheidungsproblem. Nel saggio veniva lungamente esposto il funzionamento di una “macchina automatica” che, su una striscia infinita di caselle, ciascuna occupata da 0 o 1, eseguiva alcune operazioni in base a istruzioni predefinite, un po’ come il doodle di oggi.
La “macchina di Turing”, nel primo saggio degli anni Trenta, non venne ideata come puro esercizio mentale, ma neppure con in mente la costruzione concreta di un oggetto: Turing la pensò e la utilizzò per dare una risposta – attraverso una dimostrazione complessa che partiva dalla “macchina”, che non proviamo neppure a riassumere – a uno dei grandi problemi che i più grandi matematici e logici del tempo cercavano di risolvere da tempo, fin da quando il matematico e filosofo Gottfried Leibnitz lo pose intorno al 1700: il cosiddetto Entscheidunsproblem, o “problema della decisione”. L’importanza della dimostrazione di Turing di cui era parte la “macchina” è stata riassunta su Technology Review:
Come dimostrò Turing, il problema non è solo che alcuni enunciati matematici non si possono provare; in realtà, non si può inventare nessun metodo che possa determinare in tutti i casi se un certo enunciato è dimostrabile o no. Ovvero: ogni formula sulla lavagna può essere vera, può essere falsa, può essere indimostrabile… e spesso è impossibile determinare quale di queste possibilità. La matematica era fondamentalmente limitata, non dalla mente umana, ma dalla sua stessa natura.
Oltre a questi importanti effetti teorici, la macchina di Turing è la base matematica degli attuali computer digitali, anche se il reale funzionamento dei computer deve di più al lavoro successivo di un altro matematico, John von Neumann.
La morte di Alan Turing
Turing era omosessuale, e nel 1952, mentre era all’Università di Manchester, venne arrestato e accusato di “oscenità grave” a causa della sua relazione con un uomo di nome Arnold Murray. Turing aveva conosciuto Murray nel gennaio di quell’anno, ma lo aveva denunciato per furto dopo che quello aveva aiutato un complice ad entrargli in casa per rubare. Ammise la relazione con lui durante le indagini. La depenalizzazione del reato di “oscenità grave” tra uomini adulti in Inghilterra, che era stato stabilito con una legge del 1885 (il cosiddetto “emendamento di Labouchere”) avvenne solo nel 1967. In base a quella stessa legge venne mandato in carcere Oscar Wilde, nel 1895.
Turing non andò in prigione, accettando di essere castrato chimicamente attraverso un ciclo di estrogeni della durata di un anno. Questo ebbe su di lui un effetto devastante, dal punto di vista fisico e mentale. L’8 giugno 1954 venne trovato morto nel letto di casa sua, con una mela mezza mangiata sul tavolino di fianco al letto: secondo la leggenda – e conosciuta la sua passione per Biancaneve e i sette nani – quella mela era stata avvelenata dallo stesso Turing con il cianuro che fu certamente la causa della sua morte. La madre insistette sempre che la morte di Turing fosse stata accidentale (al contrario di quanto concluse l’inchiesta giudiziaria che parlò di suicidio) mentre il figlio cercava di placcare d’argento un cucchiaio. In precedenza, Turing aveva dorato artigianalmente un altro oggetto, togliendo l’oro da un orologio da taschino.