Il Senato ha autorizzato l’arresto di Lusi
Con 155 voti favorevoli e 3 contrari, il PdL non ha votato: la cronaca della giornata
19.00 – Il presidente del Senato Renato Schifani ha annunciato l’esito del voto sulla richiesta di arresto del senatore Luigi Lusi, avanzata dalla procura di Roma per appropriazione indebita, riciclaggio e associazione a delinquere. Con 155 voti favorevoli e 3 contrari, la richiesta è stata approvata. Lusi andrà quindi in carcere. Il voto è stato palese e i senatori del PdL non hanno partecipato al voto, con pochissime eccezioni. Successivamente, la seduta è stata sospesa per cinque minuti e riprenderà con il successivo punto all’ordine del giorno. Da questo momento, Lusi ha tempo 24 ore per presentarsi in carcere a Regina Coeli, a Roma. La diretta del Post si interrompe qui.
18.59 – Si passa alle votazioni, con il voto elettronico e palese.
18.47 – Dopo le dichiarazioni di Gasparri è intervenuto Piero Longo del PdL, che ha annunciato – anche se con toni non polemici nei confronti del suo partito – che a differenza delle indicazioni date da Gasparri parteciperà al voto e voterà contro l’autorizzazione all’arresto. Anche Marcello Pera ha detto che parteciperà e voterà contro.
18.34 – Ora parla Maurizio Gasparri, capogruppo del PdL al Senato. Gasparri ha detto che un voto segreto sarebbe “normale”, ma che il suo partito non lo chiederà e i senatori del suo gruppo, come già annunciato in precedenza, non parteciperanno al voto. La decisione è motivata da Gasparri dicendo che il Partito Democratico e il centrosinistra “devono essere messi di fronte da soli alle proprie responsabilità”.
18.23 – Altri brevi interventi, nell’ordine: Del Pennino del gruppo misto, Achille Serra dell’UdC (prefetto di Roma dal 2003 al 2007, eletto nel 2008 con il PD), Luigi Zanda del Partito Democratico.
18.06 – Dopo Emma Bonino e un breve intervento del senatore Belisario, capogruppo dell’IdV, parla ora il senatore Riccardo Villari, espulso dal PD nel 2008, iscrittosi poi al Movimento per le Autonomie e oggi parte come indipendente del gruppo parlamentare Coesione Nazionale (un piccolo gruppo che raccoglie una decina di fuoriusciti da diversi partiti, dal PdL a FLI e Lega Nord). Villari è il primo, oltre ovviamente a Lusi, a esprimere una posizione contro l’arresto.
17.56 – Dopo Bruno, anche lui decisamente favorevole all’arresto, il quarto intervento è della radicale Emma Bonino, che allarga il discorso alla legislazione sul finanziamento pubblico ai partiti (che avevamo spiegato qui) e “sull’uso e l’abuso della carcerazione preventiva”.
17.42 – La Lega, dice Mura, è contraria al voto segreto e voterà a favore dell’arresto. Mura fa parte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari (l’altro membro della Lega Nord è Sandro Mazzatorta). Dopo Mura parla Franco Bruno dell’Alleanza per l’Italia, il partito di Francesco Rutelli. Ricordiamo che siamo ancora alla fase delle dichiarazioni a carattere personale.
17.36 – Dopo Li Gotti, che è responsabile per la giustizia dell’Italia dei Valori e che ha espresso una posizione fortemente favorevole all’arresto, sta parlando Roberto Mura della Lega Nord.
17.27 – Sono iniziati gli interventi a titolo personale. Il primo è del senatore Luigi Li Gotti, dell’Italia dei Valori.
17.24 – Il senatore Lusi ha terminato il suo discorso, durato circa mezz’ora. Lusi ha ripetuto di avere le sue responsabilità, ma ha rifiutato le conclusioni della Giunta e si è espresso a favore del voto segreto. Secondo Lusi, in caso contrario sarebbe il primo voto palese per un’autorizzazione all’arresto, nella storia del Senato repubblicano. Ha inoltre detto che, in ogni caso, lui non parteciperà al voto.
17.08 – Sul sito del Senato è possibile vedere dove siedono i diversi senatori e lo stesso Lusi, che dopo l’espulsione dal PD fa parte del gruppo misto (colore giallo) e siede in una delle posizioni più esterne e vicine al centro dell’emiciclo.
17.01 – Lusi sta ripercorrendo la storia delle indagini a suo carico negli ultimi mesi e si sta difendendo nel merito dagli argomenti avanzati dalla Giunta. Nel suo discorso, pronunciato con tono molto battagliero, Lusi sta anche lanciando delle accuse sul modo in cui i mezzi di comunicazione e le massime autorità del suo ex partito hanno presentato la sua vicenda.
16.53 – Sta parlando il senatore Luigi Lusi, che ha specificato che la richiesta di arresto e di custodia in carcere riguarda unicamente l’accusa di associazione a delinquere (per cui è indagato insieme alla moglie, a due commercialisti della Margherita e ad altri due amministratori di società a lui collegate). Le altre accuse, come l’appropriazione indebita, non prevedono la custodia cautelare in carcere.
16.48 – È iniziata da alcuni minuti la seduta del Senato per discutere l’autorizzazione all’arresto del senatore Lusi. Il senatore Marco Follini (PD), presidente della Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, ha letto la relazione della Giunta, che con 13 voti a favore e 4 contrari si è pronunciata a favore dell’arresto. Il PdL ha annunciato che al momento del voto lascerà l’aula. Qui c’è la diretta video.
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Oggi il Senato, più o meno dalle 16.30, discuterà e voterà la richiesta di arresto nei confronti del senatore Luigi Lusi, accusato – e reo confesso – di appropriazione indebita, riciclaggio e associazione a delinquere dai magistrati della procura di Roma per il periodo in cui è stato tesoriere del partito della Margherita.
Chi è Luigi Lusi
Luigi Lusi è nato a Roma, ha cinquant’anni, è avvocato ed è stato fino a pochi mesi fa un politico del Partito Democratico, proveniente dalla Margherita di Francesco Rutelli. È senatore dal 2006, inizialmente eletto con l’Ulivo e poi rieletto nel 2008. Nel 2007 la Margherita si era sciolta nel Partito Democratico ma era rimasta come fondazione: quando Francesco Rutelli se ne andò dal PD e fondò Alleanza per l’Italia, nel 2009, Lusi rimase nel Partito Democratico.
La sua carriera politica è stata praticamente sempre legata a Francesco Rutelli: nel 1994 diventò consulente giuridico del comune di Roma, mentre Rutelli ne era sindaco; dal 1996 fu consulente per la sicurezza sempre per il comune di Roma. Nel 1999 è stato delegato del sindaco di Roma, poi nel 2000 consigliere di amministrazione in una municipalizzata. A partire da quegli anni ha avuto diversi incarichi di responsabilità nel settore dell’amministrazione finanziaria: nel 2001 è stato tesoriere del comitato Rutelli (che nel frattempo era candidato premier), dal 2001 al 2004 vice presidente di Trambus, la società dei tram a Roma. Nel 2002 divenne tesoriere della Margherita.
Il 6 febbraio 2012, a causa delle indagini a suo carico, il Partito Democratico lo ha espulso dal partito e dal gruppo parlamentare. Due giorni dopo Lusi si è iscritto al gruppo misto del Senato.
Di che cosa è accusato Lusi
L’inchiesta che riguarda Luigi Lusi è stata resa pubblica alla fine di gennaio 2012, quando Lusi è stato iscritto nel registro degli indagati dopo due mesi di indagini della procura di Roma e della Guardia di Finanza.
Nel novembre 2011, la Banca d’Italia segnalò che dal conto corrente bancario intestato al partito della Margherita c’erano stati grandi movimenti di denaro in uscita, con destinazione sospetta. Si trattava di decine di bonifici, dal 2008 al 2011, con beneficiaria una società di nome T.T.T. Srl, “riconducibile a Luigi Lusi” secondo le indagini successive. La causale erano generiche “consulenze” e il totale erano circa 13 milioni di euro.
(Perché il disciolto partito della Margherita ha ancora tutti quei soldi)
Lusi ha ammesso subito le sue responsabilità e ha iniziato a collaborare con la magistratura, rilasciando nel frattempo alcune dichiarazioni – tra cui una celebre intervista, non si sa quanto volontaria, a Servizio pubblico – in cui ha alluso vagamente alla possibilità che altri esponenti politici del suo partito e del centrosinistra fossero al corrente dell’utilizzo irregolare dei fondi. Ad aprile, una relazione tecnica della società KPMG ha aggiunto, ai quasi 13 milioni di euro di spese tra il 2007 e il 2011, altri 13 milioni di uscite dai conti correnti della Margherita che avrebbero giustificativi sospetti, tanto che non è ancora chiaro a quanto ammonti la cifra di cui Lusi si sarebbe appropriato indebitamente. Tutti quei soldi sarebbero stati usati per spese personali di Luigi Lusi, tra cui l’acquisto di due ville.
Che cosa deve decidere oggi il Senato
All’inizio di maggio la procura di Roma ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari una richiesta di arresto e di custodia in carcere per Lusi, in base al fatto che esiste il pericolo dell’inquinamento delle prove: lo stesso giorno, il 3 maggio, la Guardia di Finanza ha messo agli arresti domiciliari la moglie di Luigi Lusi, Giovanna Petricone, e due commercialisti. Insieme a queste persone e ad altri due indagati, amministratori delle società TTT e Paradiso Immobiliare, Lusi è accusato di associazione a delinquere.
Dato che Lusi è senatore, il provvedimento è stato sospeso ed è iniziato il percorso parlamentare per valutare e eventualmente concedere la richiesta di arresto: si devono esprimere la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, di cui lo stesso Lusi è stato membro dal 2008 fino al 15 aprile 2012, e poi il Senato stesso.
La giunta, che ha una ventina membri, si è espressa il 12 giugno a favore dell’arresto, con 13 voti favorevoli e quattro contrari. Deve presentare una relazione al Senato in cui motiva la sua decisione (questa è quella del caso Lusi che verrà presentata oggi dal relatore, Marco Follini del PD), ma poi il parlamento è libero di decidere autonomamente.
La giunta e il parlamento devono stabilire se la richiesta dei giudici, in questo caso la custodia in carcere, è motivata in base alla legge e se eventualmente la magistratura stia usando gli strumenti legali per danneggiare il parlamentare senza reali motivazioni (il celebre fumus persecutionis). L’unico caso in cui questo procedimento non si applica è il caso in cui il parlamentare sia colto in flagranza di reato.
Un punto importante riguarda il modo in cui verrà votata la richiesta di arresto. Nel caso in cui un partito richieda il voto segreto e che la sua richiesta sia accettata dalla presidenza del Senato, è possibile che molti parlamentari votino in disaccordo con le indicazioni del loro partito: un caso recente riguarda quello del senatore Sergio De Gregorio (indagato nell’inchiesta in cui è coinvolto anche Valter Lavitola), la cui richiesta di arresti domiciliari è stata respinta il 6 giugno 2012 con 169 voti contrari, 109 favorevoli e 16 astenuti nonostante l’unico partito ad essersi espresso contro l’arresto fosse stato, ufficialmente, il Popolo della Libertà.
– Gli articoli del Post su Luigi Lusi
Luigi Lusi in Senato durante il suo discorso di oggi al Senato.
foto: Roberto Monaldo / LaPresse