Che cosa succede con la 194
La Corte Costituzionale ha respinto la questione di legittimità avanzata da un giudice del tribunale dei minori di Spoleto
Oggi la Corte costituzionale si è riunita per decidere un caso di cui si discute molto in questi giorni, che riguarda la legislazione italiana sull’aborto. Il tribunale dei minori di Spoleto ha infatti negato nei giorni scorsi l’autorizzazione a interrompere la gravidanza a una minorenne; oltre a questo, il giudice ha sollevato una questione di costituzionalità della legislazione italiana richiamandosi a una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale.
La questione più ampia riguarda la legge del 22 maggio 1978, numero 194 (solitamente chiamata solo “legge 194”, anche se le leggi sono numerate progressivamente ripartendo da 1 ogni anno), che ha disciplinato per la prima volta in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza. La legge venne poi sottoposta a un referendum abrogativo, nel maggio 1981, in cui vinse il “no” all’abrogazione della legge con il 68 per cento dei voti.
Attualmente la legge prevede che l’interruzione volontaria di gravidanza possa avvenire entro i 90 giorni, nei casi in cui “la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” (articolo 4). La legge attuale prevede che, nel caso in cui i genitori non vengano informati o neghino il proprio assenso, una minorenne può ottenere l’autorizzazione dal tribunale dei minori, come è avvenuto nel caso di cui si discute in questi giorni, riassunto oggi dal Corriere della sera.
Aveva chiesto al giudice minorile di interrompere la gravidanza senza l’autorizzazione dei genitori. Ma il Tribunale dei minori di Spoleto l’ha negata ed è andato oltre. Ha sollevato il dubbio di costituzionalità di un articolo della legge 194 sull’aborto anche «per incompatibilità con la definizione e la tutela dell’embrione umano enunciata dalla Corte di Giustizia Ue in sede di interpretazione del divieto di brevettabilità delle utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali e commerciali».
Oggi la Consulta si riunisce per esaminare il dubbio di costituzionalità. E la questione potrebbe concludersi con una sentenza rapida dove i giudici della Corte dichiarano l’infondatezza dell’iniziativa. In altre parole il Tribunale di Spoleto non era stato chiamato per una valutazione della norma ma per l’affermazione di un diritto stabilito dalla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Avrebbe dovuto semplicemente dare l’autorizzazione alla ragazza in mancanza del sì dei genitori. Il caso molto probabilmente si chiuderà con un rientrato allarme dopo tutte le polemiche sorte negli ultimi giorni in vista della sentenza: «Un attacco alla 194, l’ennesimo», è stato il coro.
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La Corte costituzionale.
foto: Marco Merlini / LaPresse