Terremoto in Emilia, arriva il caldo
Nelle tende si raggiungono temperature insostenibili e si attendono i condizionatori della Protezione Civile: tutti gli aggiornamenti
A distanza di quasi un mese dalla prima scossa di terremoto in Emilia di magnitudo 5.9, la quantità di eventi sismici nella zona continua a diminuire. Nelle ultime 24 ore l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha rilevato poche scosse con magnitudo superiore a 2 e comunque di lieve entità. Intorno alle 20 di ieri sera è stata registrata una scossa di magnitudo 2.6 in una zona compresa tra Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro, comuni in provincia di Modena già interessati dalle scosse del 20 e del 29 maggio, che hanno causato crolli, lesionato edifici e ucciso 27 persone.
Come spiega la Gazzetta di Modena, nelle ultime ore il problema principale è stato il caldo, soprattutto nei campi di accoglienza dove sono ospitate ancora quasi diecimila persone. Non possono rientrare nelle loro abitazioni perché seriamente danneggiate dalle scosse di terremoto o per altri motivi di sicurezza. Nelle aree dove sono stati allestiti i campi si sono raggiunti anche i 30 °C, che hanno portato a temperature insostenibili all’interno delle tende. Le persone sfollate attendono che la Protezione Civile completi la distribuzione dei condizionatori d’aria, che dovrebbero risolvere almeno in parte il problema. Ne sono già stati distribuiti circa 1.400 e alcuni campi erano già dotati di climatizzatori dalla data del loro allestimento. In alcune aree di accoglienza, come in quella di San Felice sul Panaro, non sono stati ancora installati perché sono necessari lavori di adeguamento degli impianti elettrici, che al momento non sosterrebbero i carichi dovuti al maggiore consumo di energia.
Tra difficoltà e imprevisti, la popolazione cerca comunque di recuperare un po’ di normalità. Ieri parte del centro di Mirandola, uno dei comuni più colpiti, è stato riaperto e si continua a lavorare per la messa in sicurezza degli edifici. A Ferrara il tradizionale Palio ha portato qualche ora di svago ed è stata l’occasione per raccogliere nuovi fondi da destinare all’assistenza delle zone del terremoto e alla loro ricostruzione.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 15 giugno è stato pubblicato il decreto per la prevenzione del rischio sismico del Capo Dipartimento risalente al 16 marzo scorso, quindi prima dei terremoti in Emilia. Il provvedimento serve per dare nuovi finanziamenti alle regioni (saranno 965 milioni di euro nell’arco di sette anni) per “realizzare interventi finalizzati alla mitigazione del rischio sismico sull’intero territorio nazionale”. A 283 comuni dell’Emilia-Romagna saranno conferiti nel complesso 8,6 milioni di euro. Le regioni che otterranno finanziamenti più cospicui saranno Calabria, Basilicata e Campania.
Sabato il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha confermato al presidente della regione Emilia Romagna, Vasco Errani, l’impegno del governo per gestire l’emergenza e gli aiuti alle zone dell’Emilia colpite dal terremoto. Errani avrà l’incarico di commissario per l’emergenza, carica che dovrebbe consentirgli di avere maggiore autonomia e di coordinarsi meglio con il governo.
Mirandola, Italia © Andrea Kunkl