Oggi si vota in Grecia, di nuovo
Chi vincerà, il centrodestra di Nuova Democrazia o la sinistra radicale di SYRIZA, potrebbe decidere il futuro dell'Europa e soprattutto dell'euro
Oggi si vota in Grecia per le elezioni legislative: è la seconda volta in poco più di un mese, visto che le elezioni del 5 maggio scorso hanno portato a uno stallo politico che tuttavia, secondo i sondaggi, potrebbe ripetersi anche dopo le elezioni di oggi. I seggi si sono aperti alle 7 di questa mattina (le 6 in Italia) e chiuderanno alle 19 ora locale. Le prime proiezioni dei risultati saranno disponibili intorno alle 20,30 in Italia.
(Guida completa alle elezioni di oggi in Grecia)
I due partiti che si giocheranno la vittoria delle elezioni sono gli stessi del mese scorso, ossia Nuova Democrazia (centrodestra) capeggiato da Antonis Samaras e una coalizione di partitini di sinistra radicale di nome SYRIZA guidata dal giovane Alexis Tsipras. Sarà fondamentale essere primo partito, anche con uno scarto minimo dal secondo, dato che chi arriva primo prende il premio di maggioranza di 50 seggi in un Parlamento che ne conta 300 (la maggioranza è di 151 seggi). Questo bonus sarà fondamentale per creare nuove alleanze e, si spera, una coalizione di governo potenzialmente stabile.
Il problema è che secondo gli ultimi sondaggi di due settimane fa (la legge greca prevede che nei 15 giorni prima del voto non possano più essere pubblicati), la situazione sembra molto incerta. Nuova Democrazia e SYRIZA sono molto vicini secondo le intenzioni di voto (molto probabilmente oltre il 25 per cento). Per il resto, gli altri partiti dovrebbero confermare più o meno i voti delle scorse elezioni e dunque potrebbe ricrearsi lo stallo politico precedente, a meno che qualche partito ceda su qualche punto e accetti una coalizione di governo piuttosto ampia.
Nuova Democrazia negli ultimi giorni ha cercato di riguadagnare qualche voto su SYRIZA promettendo di voler rinegoziare il “memorandum”, ossia gli accordi presi con la troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea), in cambio dei due prestiti da 240 miliardi di euro. Un’idea che ieri ha approvato anche Angel Gurría, il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Ma Nuova Democrazia è stata anche molto chiara sul fatto che, per il bene del paese, non rinuncerà a gran parte delle politiche di austerità e soprattutto agli aiuti internazionali. Samaras ha contato molto sulla diffusa paura dei greci del ritorno alla dracma (come hanno evidenziato diversi sondaggi) e della conseguente svalutazione e così ha spesso utilizzato questo slogan: “L’euro è crescita, la dracma sarà la morte”.
(Le FAQ sulla Grecia e l’euro)
Tsipras, invece, ha già annunciato cambiamenti radicali qualora SYRIZA andasse al governo, tra cui la rinuncia alle politiche di austerità accordate con la comunità internazionale e più statalizzazioni. Con queste premesse, la troika (Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea) probabilmente interromperebbe gli aiuti finanziari concessi fin qui e la Grecia sarebbe costretta a fallire, uscendo molto probabilmente dall’euro, con conseguenze potenzialmente gravi ma ancora sconosciute per tutta l’eurozona.
Intanto l’Europa e soprattutto la Germania seguono con grande interesse le elezioni in Grecia che saranno decisive per tutta l’eurozona. Ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che l’importante è che chiunque vinca le elezioni si attenga ai patti stretti tra il precedente governo greco e la comunità internazionale. Sempre ieri, il tabloid populista tedesco Bild, invece, ha pubblicato una lettera aperta ai greci dai toni molto duri, come per esempio “domani votate per le elezioni, ma in realtà non avete scelta” o “se non volete i nostri miliardi, siete liberi di eleggere qualsiasi pagliaccio di destra o sinistra che sia. Ma per oltre due anni, i vostri sportelli bancomat hanno avuto i soldi dentro solo perché ce li abbiamo messi noi”.
– Immagini dalla Grecia prima del voto, le bellissime foto di Oli Scarff che raccontano la strana calma di Atene in questi giorni.
– L’antica Grecia, Filippomaria Pontani racconta il passato e il presente del paese alla vigilia delle nuove elezioni (e cosa c’entriamo noi).
foto: ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages