È stato arrestato l’ultimo ricercato per l’attentato della metro in Giappone
Katsuya Takahashi era l'ultimo ancora in fuga della setta responsabile dell'attacco col gas nervino del 1995
La polizia giapponese ha arrestato a Tokyo Katsuya Takahashi, l’ultimo membro ancora in fuga della setta Aum Shinrikyo (Suprema verità), responsabile dell’attentato avvenuto nella metropolitana di Tokyo 17 anni fa, il più grave in Giappone dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Takahashi, che ha 54 anni, era ricercato dalla polizia dal maggio 1995 ed era accusato di aver fatto da autista a uno degli attentatori. Tra i ricercati c’erano altri due membri della setta, Makoto Hirata – che si è consegnato alla polizia lo scorso 31 dicembre – e Naoko Kikuchi, accusata di aver prodotto il gas nervino usato nell’attentato e arrestata il 3 giugno. L’identità di Takahashi è stata confermata dalle impronte digitali e confessata da lui stesso.
Takahashi e Kikuchi avevano vissuto insieme per dieci anni spacciandosi per una coppia sposata sotto falso nome, risparmiando ed evitando di prendere aerei e treni ad alta velocità per non farsi identificare. La coppia si separò nel 2006 e all’epoca Takahashi aveva già accumulato più di 100 mila euro lavorando in un’azienda edile e sommando i soldi ricevuti dalla setta per scappare. La polizia si è messa sulle sue tracce dopo averlo riconosciuto in un filmato delle telecamere di sicurezza di una banca a Kawasaki mentre ritirava 20 mila euro. Secondo la polizia Takahashi si è nascosto a Kawasaki, una città a sud di Tokyo, per più di dieci anni.
La setta Aum Shinrikyo venne fondata nel 1987 da Shoko Asahara e fondeva insieme principi del buddhismo, dell’induismo, del cristianesimo e visioni apocalittiche. Nel 1992 Asahara pubblicò un libro in cui si definiva Cristo, l’Agnello di Dio, e si diceva in grado di portare su di sé i peccati del mondo. In seguito annunciò l’arrivo dell’Apocalisse: nel 1997 gli Stati Uniti avrebbero attaccato il Giappone e scatenato la Terza guerra mondiale, in cui sarebbero morti tutti gli uomini tranne i fedeli di Aum Shinrikyo. La setta crebbe molto rapidamente e si stima che nel 1995 avesse 10 mila fedeli in Giappone e 30 mila in Russia.
L’attentato fu condotto la mattina del 20 marzo 1995 da dieci membri della setta. Cinque di loro abbandonarono sacchetti contenenti gas sarin allo stato liquido in cinque diversi vagoni e stazioni della metropolitana di Tokyo, dopo averli forati con la punta di un ombrello. Mentre gli attentatori si allontanavano in macchine guidate dai cinque complici, il gas iniziava a fuoriuscire: 13 persone vennero uccise e 54 furono gravemente ferite. Si stima che le persone intossicate dal gas furono in totale seimila.
Le ragioni dell’attentato non sono ancora chiare: secondo le indagini gli attentatori scoprirono che la polizia aveva intenzione di perquisire le sedi del culto e ordinarono l’attacco per distogliere l’attenzione. La pubblica accusa affermò invece che Asahara voleva destabilizzare il Paese con una serie di attentati per condurre un colpo di stato e diventare re del Giappone. La difesa ha sempre sostenuto invece che il fondatore della setta non era al corrente dell’attentato.
Subito dopo l’attentato la polizia individuò la setta come responsabile e iniziò a perquisire le principali sedi del culto nel Paese. Trovò ordigni esplosivi, armi chimiche in grado di uccidere quattro milioni di persone, armi biologiche – come l’antrace e l’ebola – un elicottero militare, laboratori per produrre LSD e metanfetamine, milioni di dollari in oro e contanti e persone rinchiuse in celle. La setta venne dichiarata organizzazione terroristica e 150 fedeli vennero arrestati per diverse imputazioni. Nel frattempo Asahara era fuggito: venne arrestato dalla polizia il 15 maggio e nello stesso giorno fu recapitato un pacco bomba al governatore di Tokyo, che fece saltare le dita della mano della sua segretaria. Asahara fu condannato all’impiccagione per aver architettato l’attentato e la sentenza è ora in appello. Altri 13 membri della setta sono stati processati, quattro dei cinque esecutori materiali sono stati condannati a morte e uno all’ergastolo, per aver confessato. Aum ha cambiato nome in Aleph, ora conta un centinaio di adepti ed è tenuta sotto sorveglianza dalla polizia.
Foto: Katsuya Takahashi, al centro, arrestato a Tokyo (AP Photo/Kyodo News)