È morta Elinor Ostrom
È stata la prima e unica donna a vincere il Nobel per l’economia per il suo lavoro sui beni comuni: aveva 78 anni ed era malata di cancro
di Giulia Siviero - @glsiviero
È morta oggi Elinor Ostrom, prima e unica donna ad aver ricevuto il Nobel per l’Economia quarant’anni dopo l’istituzione del premio: aveva 78 anni ed era malata di cancro. Era nata a Los Angeles nel 1933 e all’Università dell’Indiana dirigeva un Centro di ricerca studi e analisi politica.
Il Nobel l’aveva vinto nel 2009 (condiviso con l’economista Oliver Williamson) per i suoi studi sulla distribuzione e la condivisione delle risorse senza proprietari (i commons). Nella motivazione ufficiale si legge: «per aver dimostrato come la proprietà pubblica possa essere gestita dalle associazioni di utenti».
I commons sono per la Ostrom quelle risorse materiali (laghi, pascoli, boschi, acque) o immateriali (compreso il web) che vengono condivise, che non sono quindi esclusive e che vengono usate o prodotte da comunità più o meno grandi. Nel 1968 il biologo Garrett Hardin aveva iniziato a denunciare il fatto che queste risorse erano destinate ad esaurirsi perché troppo sfruttate: la sua teoria (da lì in poi divenuta dominante) è conosciuta con il nome di “tragedia dei beni comuni”. Hardin dimostra che se un pascolo è aperto a tutti ogni pastore segue razionalmente la logica del profitto individuale e che, collettivamente, tale logica porta velocemente all’esaurimento della risorsa comune. Hardin aveva quindi teorizzato che erano possibili solo due soluzioni: la privatizzazione del common o la gestione statale.
La Ostrom (in Governing the commons, del 1990) aveva mostrato invece che la privatizzazione e la gestione pubblica non solo possono fallire, ma sono anche le meno efficaci. È celebre il suo studio su un pascolo diviso fra Russia (gestione statale), Mongolia (gestione comunitaria) e Cina (privatizzazione): nel primo e nell’ultimo caso, con recinzioni e interventi pubblici, il pascolo si trovava in totale degrado.
La scienziata iniziò quindi a osservare che i commons potevano essere gestiti in modo più innovativo ed efficiente (quindi sostenibile) dalle comunità di utilizzatori di riferimento. Lo dimostrò sul campo e ne raccontò anche il funzionamento: in Africa, in Asia e anche in Europa. Un esempio: il villaggio svizzero di Torbel, dal 1517 gestisce comunitariamente e con ottimi risultati il pascolo alpino. C’è una regola: durante l’estate nessuno può pascolare più mucche di quante riesca a mantenerne in inverno.
La comunità, per Elinor Ostrom, è in grado di autoregolarsi perché gli interessi, le pratiche e la sperimentazione degli errori sono comuni. La comunicazione è costante e le competenze che possono essere sviluppate sono elevate. Ci sono dei vantaggi rispetto la gestione privata e dello stato: la comunità è più interessata a mantenere e a sviluppare i commons perché sono per lei una risorsa essenziale e un’esperienza diretta, anche da più generazioni.
Nella foto, Elinor Ostrom nell’ottobre 2009 (AP Photo/AJ Mast, File)