Oggi si vota in Francia
Per eleggere il parlamento, dopo le presidenziali di un mese fa: le cose essenziali da sapere, le alleanze e gli ultimi sondaggi
Dopo le ultime elezioni presidenziali, domenica 10 giugno si vota in Francia per il primo turno delle elezioni legislative, che dovranno eleggere tutti i 577 membri dell’Assemblea nazionale, una delle due camere in cui è diviso il parlamento del paese (l’altra è il Senato, che è già controllato dai partiti di sinistra). Gli eventuali ballottaggi delle elezioni legislative si terranno il 17 giugno.
Le date e la legge elettorale
A partire dal 2000 le elezioni legislative si tengono poche settimane dopo le presidenziali. Questo ha causato una perdita di interesse per le elezioni legislative, che però restano comunque importanti affinché il presidente abbia ancora più potere di far approvare le leggi che desidera.
Ognuna delle 577 circoscrizioni eleggerà il suo deputato all’Assemblea nazionale in base a un sistema uninominale. Vince al primo turno solo il candidato che ottiene il 50 per cento più uno dei voti complessivi e il 25 per cento dei voti degli elettori registrati. Qualora una di queste due varianti non si dovesse verificare, si tiene un ballottaggio che però può includere anche più di due candidati (anche se è un caso molto raro). Infatti, accedono al secondo turno tutti i candidati che hanno avuto più del 12,5 per cento delle preferenze degli elettori registrati. Al ballottaggio, poi, chi prende più voti tra questi vince il seggio.
Dunque, come si intuisce da questo sistema, spesso prendere un buon numero di voti a livello nazionale non garantisce un numero di seggi proporzionale e le alleanze a livello locale sono fondamentali. Nel 2002, per esempio, il partito di estrema destra Fronte Nazionale ottenne nel paese addirittura l’11 per cento circa dei voti ma nessun seggio all’Assemblea nazionale, mentre il partito Comunista con solo il 5 per cento dei voti guadagnò 21 seggi.
Le alleanze
Il Partito Socialista del nuovo presidente francese, François Hollande, vorrebbe governare l’Assemblea nazionale da solo, ma questo non sarà certamente facile visto che per farlo dovrà guadagnare almeno 103 seggi in più rispetto ai 186 delle elezioni legislative del 2007. Ad ogni modo, Hollande ha già stretto alleanze con piccoli partiti come Europa Ecologia – I Verdi e il Partito Radicale di Sinistra (PRG). È possibile anche un accordo con il Fronte di Sinistra di Jean-Luc Mélenchon, anche se molti nel partito Socialista preferirebbero di no viste le divergenze su alcune questioni e la poca affidabilità, secondo loro, di Mélenchon.
A destra, invece, l’UMP (Union pour un mouvement populaire), il partito del presidente uscente Nicolas Sarkozy, spera ancora di confermarsi il primo partito all’Assemblea (nel 2007 ha ottenuto la maggioranza assoluta con 313 seggi). L’UMP ha già stretto alleanze con il Partito Radicale di Francia (20 seggi all’ultima Assemblea) e il Nuovo Centro (che aveva 23 seggi all’Assemblea). Sembra impossibile, invece, un accordo con il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, il partito di estrema destra che tra l’altro dal 1997 non ottiene alcun seggio all’Assemblea nazionale. Le Pen, inoltre, dovrà vedersela con Jean-Luc Mélenchon nelle elezioni nella circoscrizione di Henin-Beaumont in uno scontro molto simbolico che il leader della sinistra radicale ha voluto fortemente.
La “coabitazione”
Nel caso in cui nell’Assemblea – che elegge il primo ministro – ci sia una maggioranza con un orientamento politico diverso rispetto al presidente, si verifica la cosiddetta “coabitazione”. Questo evento si è verificato in tre periodi nella storia della Francia del secondo dopoguerra: nel 1986-1988 (presidente socialista François Mitterrand, primo ministro Jacques Chirac), nel 1993-1995 con il presidente socialista François Mitterrand e il primo ministro Édouard Balladur, e infine nel 1997-2002 con il presidente Jacques Chirac e il primo ministro Lionel Jospin.
I sondaggi
Secondo i sondaggi delle ultime settimane, il Partito Socialista oscilla intorno al 30 per cento di consenso a livello nazionale (con i partiti alleati potrebbe arrivare anche al 35 per cento), mentre l’UMP al 32 (con la coalizione di centro destra anch’essa al 35 per cento circa). Il Fronte Nazionale sarebbe oltre il 15 per cento, mentre il Fronte di Sinistra di Mélenchon sembrerebbe di poco sotto al 10 per cento.
Ovviamente, come spiegato in precedenza, questi dati non sono molto indicativi perché si devono contare i seggi che verranno assegnati dai collegi uninominali. Secondo un ultimo sondaggio Ipsos, il Partito Socialista dovrebbe guadagnare tra i 243 e i 285 seggi all’Assemblea, mentre tutta la sinistra unita (compreso il Fronte di sinistra di Mélenchon) dovrebbe arrivare tra i 292 e i 346 seggi. L’UMP e i suoi alleati, invece, dovrebbero ottenere tra i 231 e i 285 seggi. Il Fronte Nazionale, invece, viene stimato tra i 0 e i 3 seggi. La maggioranza dell’Assemblea è fissata a 289 seggi.
foto: AP/Bob Edme