Le cose che non sappiamo
Bere caffè ci rende più svegli? Perché sogniamo? Quanto era alto Gesù? William Hartston ha messo insieme in un libro 501 casi di "comune ignoranza"
di William Hartston
Bere caffè ci rende più svegli?
Grazie alla presenza di caffeina, il caffè si è conquistato nei secoli la fama di bevanda stimolante. Una ricerca pubblicata nel 2010 suggerisce tuttavia che possiamo esserci sbagliati tutti quanti. Nell’esperimento condotto dai ricercatori era stato raccomandato ai soggetti, che comprendevano sia bevitori di caffè sia non bevitori, di astenersi dalla caffeina per 16 ore. Era stata poi loro somministrata o una capsula di caffeina o un placebo, e più tardi una nuova dose un po’ superiore o un altro placebo. I soggetti si erano infine sottoposti a un test sulla personalità al fine di valutare il loro stato emotivo e la loro soglia di attenzione. I risultati dimostrarono che la caffeina non aveva migliorato l’attenzione in nessun gruppo, anche se alcuni dei non bevitori di caffè accusavano cefalea e mostravano un’accresciuta ansietà. I forti bevitori, ai quali erano stati somministrati dei placebo, mostravano invece un livello più basso di attenzione e riferivano anch’essi di avere mal di testa. I risultati sembravano dunque indicare non tanto che il caffè ci rende più vigili ma che una mancanza di caffeina rende i consueti bevitori di caffè meno attenti. Per un consumatore abituale, una tazza di caffè al mattino serve solo a contrastare i sintomi di astinenza da caffeina creatasi nel corso della notte. Gli effetti della caffeina sembrano essere pertanto più complessi di quanto si pensava.
Di che colore erano i dinosauri?
Fino a poco tempo fa, non sapevamo nulla sulla pelle dei dinosauri e la sua colorazione era lasciata alla fantasia degli illustratori, che avevano la tendenza a preferire una miscela tra il verde delle lucertole e il grigio o bruno scuro di elefanti e rinoceronti. In Cina, tuttavia, nel 2009 sono stati ritrovati su resti di dinosauri alcuni frammenti di pelle e di «proto-piume», che, insieme con altre caratteristiche di quei resti, hanno indotto a pensare che sia la pelle sia le «proto-piume» fossero parte di un corredo di parata sessuale dell’animale allo scopo di migliorare le sue prospettive di accoppiamento. Se i dinosauri prediligessero i colori vivaci negli esemplari del sesso opposto è una pura congettura, ma il ritrovamento del 2009 ha almeno spinto gli illustratori di questi ultimi anni a usare tavolozze con una gamma di colori più vivaci e brillanti.
Quanto era alto Gesù?
Le stime riguardanti la statura di Gesù oscillano tra 1,38 e 1,85 metri, vale a dire una differenza estremamente ampia. Secondo lo storico romano di origini ebraiche Giuseppe Flavio, del I secolo, Gesù era alto tre cubiti, ma sulle reali misure di un cubito è tuttora in corso un vivace dibattito. Si pensa generalmente che un cubito regolare misurasse 46 cm – che ci riporterebbe a un’altezza di 1,38 metri – ma esisteva anche il «cubito reale» che equivaleva a 53 cm, il che ci darebbe una statura prossima a 1,59 metri, che all’epoca era pressappoco la statura media di un maschio adulto. D’altro canto, le misurazioni basate sull’immagine della Sacra Sindone di Torino suggeriscono un’altezza compresa tra 1,75 e 1,85 metri. Nei Vangeli non si fa cenno alla statura di Gesù, cosa che potrebbe indicare che essa dovesse corrispondere all’altezza media degli uomini di quell’epoca.
Che cosa causa foruncoli e acne?
I foruncoli si verificano quando un poro o un follicolo pilifero collassa su se stesso e blocca la secrezione di sebo – una secrezione grassa che lubrifica i capelli e la pelle – da parte della ghiandola sebacea. Il sebo così intrappolato si accumula in un foruncolo oleoso. Vari fattori sono stati identificati come cause della formazione dei brufoli, per esempio una dieta scadente (compresa una carenza vitaminica), uno squilibrio ormonale (è il motivo per cui i foruncoli compaiono facilmente negli adolescenti) e lo stress. Ciò che non è chiaro è perché una certa ghiandola sebacea dia origine a un brufolo e un’altra no.
Perché i panda sono bianchi e neri?
Quasi tutto ciò che abbiamo detto riguardo alle zebre si adatta perfettamente anche ai panda, eccetto il fatto che questi ultimi non hanno predatori in natura, per cui l’idea che il colore del loro mantello agisca come una sorta di segnale di allarme per altre specie risulta assai meno convincente. Si è ipotizzato che le aree bianche e nere, ben distinte, siano in effetti un segnale, ma di tipo territoriale, per tenere lontani gli altri panda. Si è altresì pensato che questi colori permettano ai panda di vedersi l’un l’altro più distintamente e li aiutino nella ricerca di un compagno.
Perché sogniamo?
Tra le varie teorie riguardanti la funzione dei sogni vi sono le seguenti: 1) Durante i sogni facciamo le prove di come ci comporteremmo in situazioni pericolose, ed è per questo che al centro di molti sogni vi sono storie di orrore. 2) I sogni si creano mentre il cervello si libera delle informazioni-spazzatura accumulatesi dalle esperienze vissute durante il giorno, ed è per questo che i sogni sono così incoerenti. 3) Sogniamo quando il nostro cervello resetta le sue connessioni in modo da migliorarle. 4) I sogni rappresentano una forma personale di psicoterapia. Secondo le parole di Sigmund Freud, i sogni sono «la realizzazione dissimulata di desideri repressi». 5) I sogni non sono che il risultato del fatto che il nostro cervello va a ruota libera dopo le fatiche della giornata e non significano assolutamente niente.
Le dimensioni dell’universo sono finite o infinite?
L’idea del Big Bang e le limitazioni imposte dalla velocità della luce determinano un limite anche alle dimensioni dell’universo visibile, anche se, qualora esso si stia espandendo, le sue dimensioni devono aumentare costantemente. Ciò che dobbiamo chiederci è se esista un limite alle dimensioni massime che potrebbe raggiungere. Supponiamo che un velivolo spaziale decolli dalla Terra e proceda nello spazio seguendo una linea retta. Avanzerà in eterno in un universo infinito oppure, come sostengono alcune ipotesi sulla sua geometria, si ritroverà alla fine al punto di partenza? Un universo finito non è affatto impossibile, anzi, secondo alcuni questo potrebbe spiegare le lievi increspature della radiazione cosmica di fondo.
(c) 2011 William Hartston/ Atlantic Books Ltd, London
(c) 2012 Bollati Boringhieri editore, Torino Traduzione di Luigi Giacone
foto: alexanderdrachmann