Anna Maria Tarantola presidente RAI
Il governo Monti ha scelto il vicedirettore generale della Banca d'Italia e ha annunciato una serie di "limitate ma essenziali" modifiche alla governance
Durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi iniziata stasera alle 21.30, il Presidente del Consiglio Mario Monti ha annunciato la nomina di Anna Maria Tarantola a nuovo presidente della RAI.
I criteri
Sui criteri che hanno portato a questa scelta Monti ha detto:
«Ci hanno guidato competenza e neutralità dal punto di vista politico. Vorrei sottolineare che per quanto riguarda la RAI non abbiamo pensato di individuare un presidente che provenga dal mondo della cultura, del giornalismo o della televisione. La RAI è già ricchissima di questi talenti: è più bisognosa di una solidità di gestione e di una tranquillità dalle perturbazioni alle quali può essere esposta. Anna Maria Tarantola essendo vicedirettore generale della Banca d’Italia, ha dato più volte prova di avere un senso di garanzia istituzionale molto spiccato e di essere una persona molto vigile ed equilibrata. Ha le caratteristiche giuste per dare sicurezza, tranquillità e un orientamento alla vita dell’istituzione RAI».
Chi è Anna Maria Tarantola
Tarantola ha 67 anni ed è vicedirettore generale della Banca d’Italia. Si è laureata in Economia e Commercio all’università Cattolica di Milano nel 1969 ed è stata assunta in Banca d’Italia nel 1971. Ha insegnato Controlli pubblici nel settore creditizio, sempre presso l’Università Cattolica di Milano. Anna Maria Tarantola era stata in ballo qualche mese fa come possibile nuovo governatore della Banca d’Italia. Questo è il suo curriculum sul sito della Banca d’Italia.
Nasce a Casalpusterlengo (Lodi) il 3 febbraio 1945, è sposata e ha due figlie.
Vice Direttore Generale dal 20 gennaio 2009. Nel corso della sua carriera ha espletato numerosi incarichi sia in Italia sia all’estero, rappresentando la Banca in diversi comitati come il Banking Supervision Committee, il Comitato di Sicurezza Finanziaria, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Nel 1969 si laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo la tesi “Teorie neoclassiche e Keynesiane di fronte ai problemi monetari internazionali” con il prof. Luigi Frey. Prosegue gli studi come ricercatore presso la London School of Economics per il conseguimento del titolo di Master of Philosophy in Economics.
Nel 1971 è assunta in Banca d’Italia, Ufficio Vigilanza I della Sede di Milano. Nominata nel 1996 Direttore della Succursale di Varese, nel 1998 è alla Sede di Milano come Titolare della Direzione Intermedia di Vigilanza-Cambi. Dal 2002 al settembre 2005 è Direttore della Filiale di Brescia; successivamente, della Sede di Bologna.
Nell’aprile 2006 è nominata Funzionario generale preposto all’Area Bilancio e controllo con la qualifica di Ragioniere generale; nel febbraio 2007 assume la carica di Funzionario generale preposto all’Area Vigilanza bancaria e finanziaria, mantenendo ad interim la sovrintendenza dell’Area Bilancio e controllo fino al luglio 2008.
In ambito accademico è stata docente a contratto di Controlli pubblici nel settore creditizio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autrice di pubblicazioni in materia bancaria e finanziaria e su temi delle economie locali, fra i quali “La vigilanza sulle banche e sui gruppi bancari” (con F. Parente e P. Rossi).
Ha ricevuto varie onorificenze tra cui quella di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2009).
Modifiche alla governance della RAI
Mario Monti, durante la conferenza stampa, ha anche annunciato una serie di “limitate ma essenziali” modifiche alla governance della RAI che non richiedono modifiche della legge: «Modifiche di governance che consentano al presidente della RAI di approvare, su proposta del direttore generale, gli atti e i contratti aziendali che, anche per l’effetto di una durata pluriennale, importino una spesa superiore a due milioni e mezzo di euro e fino a dieci milioni di euro e di nominare i dirigenti di primo e secondo livello non editoriali e di determinarne la collocazione aziendali».
Questo significa che sarà direttamente il presidente, senza passare dal Consiglio di Amministrazione, a dare l’autorizzazione in caso di «decisioni relativamente piccole». E questo «per avvicinare la RAI alla capacità di gestione che si riscontra nella generalità delle aziende, incluse quelle di comunicazione, radiofonia e televisione in Europa e nel mondo».
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