Le novità dall’indagine di Brindisi
I magistrati hanno confermato che l'uomo che avrebbe materialmente eseguito l'attentato è stato arrestato, ma non è ancora chiaro il movente
Ieri sera, intorno alle 22, un uomo è stato arrestato con l’accusa di strage aggravata da finalità di terrorismo per l’attentato all’istituto professionale di Brindisi dello scorso 19 maggio in cui è morta una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, e altre cinque sono rimaste ferite.
Tutti i giornali riportano oggi il nome dell’uomo, che si chiama Giovanni Vantaggiato, ha 68 anni, è sposato e ha due figli. È un commerciante di carburanti agricoli e proprietario di un deposito di carburanti a Copertino, in provincia di Lecce, alcuni chilometri a sudovest dal capoluogo nell’entroterra pugliese. Il paese si trova a una cinquantina di chilometri da Brindisi. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ANSA, questa mattina sono stati perquisiti il suo deposito di carburante e altri locali “di sua pertinenza”.
La conferenza stampa
Poco dopo le 11 c’è stata una conferenza stampa alla Procura della Repubblica di Brindisi, tenuta dai magistrati e dai responsabili delle forze dell’ordine che si occupano delle indagini, in cui il procuratore generale di Lecce, Giuseppe Vignola, si è detto soddisfatto dell’esito delle indagini (aggiungendo che queste non sono ancora concluse) dato che “la persona che ha materialmente messo la bomba” è stata “individuata e sottoposta a fermo”.
Il procuratore ha sottolineato che non ci sono state divisioni tra i magistrati che hanno svolto le indagini, dopo che queste erano state affidate prima alla procura di Brindisi e poi alla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, sotto la responsabilità del magistrato Cataldo Motta, e che i giornali avevano parlato di dissensi nel modo di condurre le indagini, in particolare tra i magistrati di Brindisi e di Lecce.
Alle indagini, ha detto nella conferenza stampa Cataldo Motta, hanno lavorato un centinaio di persone. L’uomo arrestato è stato individuato utilizzando principalmente i video di diverse telecamere di sorveglianza nella città di Brindisi, che mostravano due automobili di proprietà di Vantaggiato nei dintorni della scuola nelle ore precedenti l’attentato. I magistrati hanno detto anche che per ora non è esclusa la presenza di complici.
Motta ha confermato l’età, la provenienza e l’occupazione dell’arrestato (che ha subito una piccola condanna per truffa in passato), e ha confermato anche che l’uomo ha confessato di aver “fabbricato, collocato e fatto esplodere” la bomba. Motta ha aggiunto che l’uomo non si è giustificato e che il movente indicato dall’uomo durante l’interrogatorio di ieri è troppo generico e non convincente. “Lui ha detto di avercela con il mondo”, ha detto Motta parlando delle dichiarazioni dell’uomo, che avrebbe le “competenze elettrotecniche” necessarie per fabbricare il meccanismo di innesco della bomba. La conferenza stampa si è conclusa intorno alle 11.40.
Le ipotesi sul movente
Diversi giornali hanno pubblicato oggi alcune ipotesi sul movente: una è che l’uomo si volesse vendicare di un’ingiustizia subita a suo parere in una causa per truffa, e che l’obbiettivo fosse quindi la sede del tribunale poco distante dalla scuola. La Gazzetta del Mezzogiorno, in una ricostruzione riportata anche da Repubblica Bari, scrive:
Stando alle ipotesi filtrate l’uomo avrebbe agito per vendetta privata, dopo una sentenza emessa appena un mese prima (era il 19 aprile) presso la sede del Tribunale che è vicinissima alla scuola. L’attentatore si sarebbe sentito vittima di malagiustizia: dopo aver subito una truffa da 342.000 euro con assegni a vuoto, non avrebbe visto puniti in modo da lui ritenuto adeguato i presunti colpevoli.
L’altra ipotesi che è stata riportata questa mattina è che l’uomo avesse qualche motivo di inimicizia personale con il preside dell’istituto professionale, Angelo Rampino, che ha però smentito di avere mai avuto qualcosa a che fare con l’uomo.
Intorno alle 7.45 di sabato 19 maggio esplose una bomba vicino all’ingresso principale di un istituto professionale di Brindisi, in Puglia. Una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, morì poco dopo l’esplosione, mentre altre cinque alunne della scuola rimasero ferite, con ustioni anche molto gravi e lesioni causate dalle schegge di metallo prodotte dall’esplosione. L’attentato avvenne vicino all’IPSSS “Morvillo Falcone”, dedicato alla moglie del magistrato Giovanni Falcone morta con lui nella strage di Capaci, che si trova a poche centinaia di metri da una sede del tribunale di Brindisi. La bomba era formata da tre bombole del gas.
(Il procuratore della DDA di Lecce Cataldo Motta durante la conferenza stampa.
fonte: Corriere TV )