L’incredibile Danimarca degli Europei 1992
La storia e le foto della leggendaria edizione dei Campionati europei vinta da una squadra ripescata a dieci giorni dall'inizio torneo
di Antonello Guerrera
I campionati europei di calcio negli ultimi anni hanno riservato sorprese e partite particolarmente emozionanti. Nel 2000 l’Italia perse il torneo in finale contro la Francia, dopo essere stata in vantaggio praticamente per tutto il tempo regolamentare. Nel 2004, nell’anno delle Olimpiadi di Atene, gli Europei furono vinti proprio dalla Grecia, non uno squadrone, contro ogni pronostico. Un’altra clamorosa edizione degli Europei di calcio si tenne vent’anni fa, in Svezia. Era il 1992 e a vincere il torneo fu una squadra sulla quale all’inizio avrebbero puntato in pochissimi: la Danimarca.
L’esclusione della Jugoslavia e il ripescaggio
La storia degli Europei 1992 è una delle più curiose della storia del calcio. Mentre in Svezia stava per iniziare il torneo, la guerra in ex Jugoslavia era in pieno corso. L’anno prima la squadra della Jugoslavia si era qualificata regolarmente alla fase finale, che sarebbe cominciata il 10 giugno 1992, ma ormai quel paese di fatto non esisteva più, sbriciolato tra etnie, rivalità, nazionalismo e violenze. La risoluzione dell’ONU 757, approvata dal Consiglio di sicurezza il 30 maggio 1992, tra le altre cose vietò a ogni nazionale jugoslava di partecipare a manifestazioni sportive nel mondo fino a nuova decisione.
Agli Europei, dunque, si era liberato ufficialmente un posto: a dieci giorni dalla prima partita. Il 31 maggio la UEFA, a poche ore dalla risoluzione dell’ONU, decise di chiamare in fretta e furia la Danimarca, perché era arrivata seconda nello stesso girone di qualificazione della Jugoslavia. Diversi giocatori danesi erano in vacanza e dovettero frettolosamente tornare in patria. Altri, tra cui uno dei più importanti giocatori della storia del calcio danese, Michael Laudrup, non erano in buoni rapporti con il nuovo allenatore Richard Møller-Nielsen e avevano già lasciato la nazionale.
Lo stesso aveva fatto un altro grande giocatore danese, e cioè Brian Laudrup (fratello di Michael), che però, fortunatamente per la Danimarca, era tornato in nazionale qualche settimana prima degli Europei. Nessuno dei giocatori danesi, inoltre, aveva fatto una preparazione fisica adeguata per affrontare gli Europei, mentre le altre squadre si allenavano da settimane. L’allenatore Richard Møller-Nielsen ha ricordato così il momento in cui ricevette la chiamata della federazione calcistica danese che lo informava del ripescaggio per gli Europei:
Dovevo cambiare la cucina, ma mi chiamarono per giocare in Svezia. Ho chiamato un arredatore professionista per finirla.
Gli Europei si sarebbero giocati in un paese molto vicino alla Danimarca, e questo fu di qualche vantaggio organizzativo. In ogni caso la Danimarca non partiva certamente come favorita. Francia, Olanda e Inghilterra erano le squadre più quotate, oltre alla Germania e ai padroni di casa della Svezia. L’Italia non si era qualificata: dopo il terzo posto ottenuto ai Mondiali del 1990, era arrivata soltanto seconda nel suo girone di qualificazione, dietro l’URSS (che agli Europei, dopo il disgregamento dell’Unione Sovietica, si chiamava già CSI, Comunità Stati Indipendenti).
Una qualificazione inaspettata
La Danimarca iniziò male e si ritrovò in un girone impossibile, con Francia, Inghilterra e Svezia. A parte il gigantesco portiere del Manchester United, Peter Schmeichel, il capitano Lars Olsen, il centrocampista Henrik Larsen e ovviamente Brian Laudrup, aveva pochi giocatori di spessore, il suo gioco era difensivo e sembrava avere pochissime possibilità di superare il primo girone della fase finale (complessivamente c’erano due gironi da 4 squadre ciascuno, le prime due di ognuno si sarebbero poi affrontate per semifinali e finale). Dopo un pareggio per 0-0 contro l’Inghilterra, la Danimarca perse per 1-0 contro la Svezia per via di una rete di Thomas Brolin (uno che ha giocato molti anni in Italia).
A questo punto la questione sembrava chiusa. Per passare alle semifinali, oltre a vincere contro la Francia, la Danimarca doveva sperare che la Svezia, oramai qualificata e “sazia”, battesse l’Inghilterra. Andò esattamente così: la Danimarca vinse contro la Francia per 2-1 e la Svezia superò l’Inghilterra con lo stesso risultato, in rimonta, segnando il gol decisivo all’82esimo minuto, ancora con Brolin. La Danimarca, ripescata 10 giorni prima l’inizio del torneo, era alle semifinali degli Europei del 1992. Già questo era un risultato assolutamente inaspettato.
La semifinale contro l’Olanda
Alle semifinali la Danimarca avrebbe dovuto incontrare la fortissima Olanda, che aveva vinto senza problemi il suo girone e che aveva vinto gli Europei quattro anni prima e schierava calciatori di fama mondiale come Marco Van Basten, Frank Rijkaard e Ruud Gullit del Milan, il roccioso Ronald Koeman e il giovane Dennis Bergkamp. La Danimarca segnò dopo soli cinque minuti con Henrik Larsen. L’Olanda pareggiò con Bergkamp ma al 33esimo minuto segnò ancora la Danimarca, ancora con Larsen. La Danimarca si chiuse in difesa e cercò di resistere fino alla fine, ma all’86esimo minuto Rijkaard pareggiò. Nessuno segnò ai tempi supplementari e quindi si andò ai calci di rigore. Ai rigori segnarono tutti meno il più forte giocatore in campo, cioè Van Basten, che si fece parare il tiro da Schmeichel. La Danimarca arrivò incredibilmente in finale (nel video le immagini della semifinale partono dal minuto 2:00).
La finale contro la Germania
In finale la Danimarca incontrò la Germania campione del mondo in carica, che aveva eliminato la Svezia in semifinale e che aveva giocatori fortissimi (molti dei quali hanno giocato in Italia) come Jürgen Klinsmann, Andreas Möller, Thomas Häßler, Rudi Völler, Karl-Heinz Riedle e Mattias Sammer. In finale la Danimarca forse giocò la sua migliore partita, nonostante l’avversario che aveva di fronte.
Dopo 18 minuti segnò subito con Jensen, con un gran tiro da lontano. La Germania provò a recuperare ma durante la partita si innervosì parecchio, anche perché la Danimarca e Schmeichel si difendevano molto bene. Al 78esimo minuto, poi, l’attaccante Kim Vilfort chiuse definitivamente la partita e il torneo, con un altro bel tiro che toccò il palo prima di entrare in rete. La nazionale danese di calcio vinse così il primo, impensabile e unico titolo nella sua storia, oltre alla Confederations Cup nel 1995.
La figlia di Kim Vilfort
Proprio su Kim Vilfort, che segnò in finale, c’è da raccontare un’altra storia, stavolta molto triste. Vilfort all’epoca aveva 30 anni e, a differenza di altri suoi compagni di nazionale, non aveva giocato praticamente mai all’estero, esclusa una breve parentesi di una stagione al Lille, in Francia, nella stagione 1985/86. Durante gli Europei del 1992 la piccola figlia di Vilfort, Line, di otto anni, era malata di leucemia. Vilfort, grazie alla vicinanza dei due paesi, si recò spesso in Danimarca durante il torneo per andare a trovarla, per poi tornare dalla sua squadra in Svezia qualche ora dopo. Per questo motivo, viste le gravi condizioni della figlia, saltò la sfida con la Francia, ma riuscì a giocare semifinale e finale, nella quale segnò il 2-0. Qualche settimana dopo sua figlia Line morì.