Auden e quello che fanno i dittatori
W. H. Auden (1907-1973) fu un poeta originario di York, in Inghilterra, uno dei maggiori del XX secolo. La citazione che segue è la terza strofa della celebre poesia “1 settembre 1939” (pubblicata nella raccolta Un altro tempo, 1940), il giorno in cui iniziò la Seconda guerra mondiale. In quell’anno Auden si trasferì negli Stati Uniti, diventando successivamente un cittadino americano. La traduzione è di Nicola Gardini.
L’esule Tucidide sapeva
tutto quello che può dire un discorso
sulla Democrazia,
e quello che fanno i dittatori,
l’antiquato ciarpame che raccontano
a un apatico sepolcro;
egli analizzò tutto nel suo libro,
la ragione messa al bando,
il dolore che plasma l’abitudine,
il cattivo governo e il cordoglio:
tutto questo ci è inflitto un’altra volta.
Testo originale:
Exiled Thucydides knew
All that a speech can say
About Democracy,
And what dictators do,
The elderly rubbish they talk
To an apathetic grave;
Analysed all in his book,
The enlightenment driven away,
The habit-forming pain,
Mismanagement and grief:
We must suffer them all again.