La caduta dei mercati finanziari, ieri
La giornata è stata influenzata in modo negativo dai dati sull'occupazione e dalle preoccupazioni che la crisi possa colpire il settore industriale
I mercati finanziari europei e internazionali hanno avuto ieri una giornata molto negativa e il Commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn è intervenuto dicendo che se l’eurozona non si rafforza attraverso un’unione economica più stretta, si andrà verso una «graduale degenerazione». Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto di essere preoccupato della crisi che colpisce l’Europa e che «come un vento contrario» rischia di «gettare un’ombra» anche sull’economia Usa. La giornata di oggi è stata influenzata in modo negativo dai dati sull’occupazione e dalle preoccupazioni che la crisi possa colpire il settore industriale.
Ancora una giornata di calvario per le Borse, colpite da una raffica di dati macro negativi sia in Europa che negli States, a partire da quelli sulla disoccupazione. In finale di seduta i listini americani continuano a scendere sulla scia del deludente dato sul lavoro di maggio, con lo S&P 500 che chiude perdendo il 2,46%, il Dow Jones a -2,22%, e il Nasdaq a -2,30%.
In Europa, le vendite hanno però colpito soprattutto il cuore franco-tedesco dell’eurozona. A Milano l’indice FTSE MIB chiude in rosso dell’1,04%, dopo aver sfondato i minimi storici del 9 marzo 2009. Tonfo di Francoforte, dove l’indice Dax cede il 3,42%. Pesante anche Parigi, con il Cac 40 giù del 2,21%. Più solido l’Ibex di Madrid, che lima uno 0,41%, mentre il Ftse 100 di Londra perde l’1,14%.
Pessimi i dati Usa sul mercato del lavoro: a maggio la disoccupazione Usa è aumentata all’8,2% e sono stati creati solo 69mila nuovi posti, secondo i dati diffusi dall’amministrazione federale, laddove ne erano attesi 150mila, dopo l’indebolimento a 115mila di aprile, con una disoccupazione stabile all’8,1%.
In questo sfondo permangono le tensioni sulla crisi dell’Eurozona, con le difficoltà delle autorità a trovare un accordo su come aiutare la Spagna, alla prese con una nuova ondata della crisi del credito. La Banca centrale di Madrid ha indicato che nei primi tre mesi dell’anno c’è stato un deflusso di capitali dalla Spagna per 97 miliardi di euro, mentre 31,4 miliardi sono stati ritirati dai conti correnti.
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