John Edwards se l’è cavata
L'ex senatore e candidato alla presidenza degli Stati Uniti è rocambolescamente uscito indenne dal processo sul suo disastro familiare ed elettorale
John Edwards, ex senatore degli Stati Uniti, è stato assolto dall’accusa di finanziamento illecito alla sua campagna elettorale. Su altri cinque capi d’accusa, per corruzione, falsa testimonianza e uso illecito di denaro raccolto a scopo elettorale, la giuria non è riuscita a raggiungere una posizione unanime e ha dovuto quindi rinunciare a un verdetto. Edwards potrebbe teoricamente essere nuovamente processato per quei presunti reati – tecnicamente non si può parlare di assoluzione – ma praticamente tutti gli osservatori considerano l’ipotesi molto improbabile. «Ho fatto una montagna di cose sbagliate», ha detto Edwards subito dopo il processo. «Ne sono responsabile. Mi basta guardarmi allo specchio. Sono io e io da solo».
La storia di Edwards, ex senatore in North Carolina, candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti per nel 2004 e alle primarie per la presidenza nel 2008, è stata uno dei più grossi scandali a coinvolgere un candidato di alto profilo nella storia delle elezioni presidenziali americane. Edwards è stato assolto dall’accusa di aver accettato un finanziamento da 200.000 dollari quando aveva già abbandonato la campagna elettorale per la nomination democratica, nel 2008. Il resto della storia ha a che fare con una relazione extra coniugale nascosta, con un figlio nascosto, con un’aspirante first lady malata di cancro, con il presunto uso di soldi provenienti da ricchi finanziatori per mascherare tutto quanto.
Nel 2007, durante l’ultima campagna di Edwards per la presidenza, il National Enquirer, un tabloid scandalistico americano, scrisse che Edwards aveva una relazione extraconiugale con una donna che lavorava alla sua campagna elettorale. Le sue generalità non furono diffuse ma nel giro di qualche giorno emerse che la donna in questione era Rielle Hunter, una regista che era stata assunta da Edwards per realizzare dei video sulla campagna elettorale. Sul momento sia Edwards che Hunter (che si scoprirà poi essere incinta) negarono quanto affermato dal tabloid e il caso infatti non influenzò la campagna elettorale. Edwards si fece vedere in giro contento con sua moglie e la storia sembrò uno dei molti pettegolezzi privi di fondamento messi in giro dal National Enquirer.
La campagna elettorale di Edwards si concluse il 30 gennaio del 2008, quando a seguito delle sconfitte in Iowa e New Hampshire il candidato decise di sospendere le sue attività e ritirarsi dalla competizione. A maggio Edwards appoggiò ufficialmente Obama, che a giugno ottenne i voti necessari a garantirsi la nomination per il Partito Democratico. Nel frattempo continuarono a circolare le voci sulla relazione tra Edwards e Hunter, ma senza prove. L’8 agosto del 2008, a due settimane dall’inizio della convention dei democratici, Edwards diffuse un comunicato stampa in cui ammetteva di avere avuto quella relazione extraconiugale ma negava di essere il padre della bambina nata pochi giorni prima da Rielle Hunter. Un altro assistente di Edwards, Andrew Young, disse di esserne il padre. Lo stesso giorno anche sua moglie Elizabeth diffuse un comunicato in cui ammetteva di essere a conoscenza dell’errore del marito e lo elogiava per il “coraggio” con cui ha affrontato “la vergogna”. La questione della paternità della bambina apparì comunque ancora poco chiara, visto che il certificato di nascita della bambina non conteneva alcun cognome paterno.
Sempre nell’agosto del 2008, Frederick Baron, il responsabile finanziario della campagna elettorale di Edwards, disse di aver provveduto finanziariamente al mantenimento di Rielle Hunter e Andrew Young all’insaputa di John Edwards, senza usare il denaro raccolto in campagna elettorale. Altri giornali raccontarono di come Rielle Hunter fosse stata trasferita in una località segreta per metterla al riparo dai giornalisti. Negli Stati Uniti utilizzare per altri scopi il denaro raccolto per la campagna elettorale è un reato punito con il carcere.
Il 21 gennaio del 2010, poi, John Edwards diffuse un comunicato in cui ammetteva di essere il padre della bambina di Rielle Hunter, Quinn. Pochi giorni dopo sua moglie chiese il divorzio: morirà alla fine dell’anno per un tumore al seno, di cui era malata da diversi anni. A febbraio la stampa aveva scoperto l’esistenza di un video che mostrava John Edwards e Rielle Hunter avere un rapporto sessuale: il video venne sequestrato dalla corte che indagava sul caso, in quanto potenzialmente utile nel capire la destinazione dei soldi raccolti da Edwards come finanziamento alla campagna elettorale.
La procura accusava Edwards di avere usato fino a un milione di dollari raccolti a scopo elettorale per coprire la sua relazione con Rielle Hunter. Edwards si è difeso dicendo che il denaro era semplicemente un modo da parte dei suoi amici per dargli una mano in un momento difficile – questi sapevano, insomma, a cosa erano destinati i soldi – e che il suo assistente, Andrew Young, ne approfittò costruendosi una casa da sogno e facendo molti viaggi. Edwards è oggi libero: di continuare a praticare la professione legale, di fare visita a Rielle Hunter e alla loro figlia Quinn, che vivono a Charlotte, teoricamente anche di fare politica. Cosa che non accadrà più, malgrado le frasi dette ieri da Edwards appena uscito dal tribunale. «Non credo che Dio abbia finito con me. Penso davvero che c’è ancora qualche cosa buona che io possa fare».
foto: Sara D. Davis/Getty Images