Gli ultimi 56 giorni di Paolo Borsellino: 28 maggio 1992
Dal libro di Enrico Deaglio, la cronologia degli avvenimenti tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio
Il nuovo libro di Enrico Deaglio – “Il vile agguato“ (Feltrinelli) – è dedicato alle indagini sulla strage di via D’Amelio a Palermo in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992. Il libro si conclude con una “succinta cronologia degli ultimi cinquantasei giorni di vita di Paolo Borsellino, compresi avvenimenti che avevano a che fare con lui, ma di cui non era a conoscenza”. Il Post pubblicherà in sequenza, assieme al secondo capitolo del libro, la successione di quegli eventi, a vent’anni di distanza.
Roma, 28 maggio
Borsellino partecipa alla presentazione del libro di Pino Arlacchi, Gli uomini del disonore. Arlacchi, professore universitario, è consulente del ministero dell’Interno e ha contribuito a fondare la Dia.
Al tavolo, insieme a Borsellino, siedono il capo della polizia Vincenzo Parisi, il ministro della Giustizia Claudio Martelli, il ministro dell’Interno Enzo Scotti.
Dalla cronaca del “Corriere della Sera”: “La sala è stracolma, c’è fortissima commozione, le immagini della strage di Capaci sono nella mente di tutti. Dal pubblico una voce domanda: ‘Dottor Borsellino, prenderebbe il posto di Giovanni Falcone alla superprocura?’. Il giudice è teso, nel silenzio più assoluto replica con la risposta più logica: ‘No, non ne ho intenzione’. Interviene il ministro Scotti: ‘Lo candido io. Con il collega Martelli abbiamo chiesto al Csm di riaprire i termini del concorso e invito formalmente Borsellino a candidarsi’. Il giudice non si scompone ma dal suo viso trapela un’indignazione senza confini. Nessuno gli ha detto nulla, e se qualcuno lo avesse interpellato avrebbe impedito quella dichiarazione”.