Gli scontri in Tunisia
Ieri a Jendouba un gruppo salafita ha dato fuoco a una centrale di polizia e ha attaccato i rivenditori di alcol della città: 4 persone sono state arrestate
Ieri a Jendouba, una città del nord della Tunisia vicina al confine con l’Algeria, c’è stata una manifestazione organizzata da un gruppo salafita per protestare contro l’arresto di 4 persone che facevano parte dello stesso movimento ultraconservatore. Queste erano state arrestate in seguito ad un’altra manifestazione, nei giorni scorsi, che era degenerata in scontri.
(Il nuovo presidente della Tunisia)
Durante la manifestazione, a cui hanno partecipato circa 500 persone, secondo quanto scrive oggi la BBC, ci sono stati scontri violenti tra i manifestanti e le forze di sicurezza tunisine. I manifestanti erano armati di mazze, pietre e bombe molotov e avrebbero attaccato per prima cosa il commissariato di polizia della città, dandogli fuoco. Subito dopo, il gruppo avrebbe attaccato bar e negozi della città, accusati dai salafiti di “empietà” per il fatto di vendere alcolici.
Il portavoce delle forze di sicurezza tunisine ha dichiarato che gli agenti della polizia hanno dovuto sparare lacrimogeni contro i manifestanti per riuscire a disperderli. Secondo Associated Press, dopo gli scontri di ieri sono state arrestate quattro persone, ma molte altre sarebbero ricercate.
Il gruppo salafita protagonista delle violenze di ieri chiede che in Tunisia venga applicata la sharia, la legge islamica, e nei giorni scorsi aveva già attaccato bar e rivenditori di alcolici nella città di Sidi Bouzid: la stessa città dove più di un anno fa il giovane Mohamed Bouazizi si diede fuoco per protestare contro le prevaricazioni subite dalla polizia. Un gesto che è tutt’ora considerato come il principio della cosiddetta “Rivoluzione dei gelsomini”, che nel gennaio del 2011 portò alla caduta dell’ex presidente tunisino Ben Ali.
foto: FETHI BELAID/AFP/GettyImages