I guai del PD in Toscana
Guida alle molte grane in corso nella regione più a sinistra d'Italia
La Toscana è la regione dove nel dopoguerra il Partito Comunista e poi i suoi eredi e continuatori storici, fino al Partito Democratico, hanno ottenuto i risultati maggiori a livello locale e nazionale: dal 1983 ininterrottamente la regione ha un presidente che è stato nel PCI o nei partiti suoi successori. In questi mesi, però, il Partito Democratico – che alle elezioni politiche del 2008, al Senato, prese il 47 per cento dei voti – si è trovato in difficoltà, a causa di diverse situazioni locali e regionali che mettono alla prova le alleanze e in discussione anche il presidente della Regione, Enrico Rossi.
Enrico Rossi ha 53 anni e viene dalla provincia di Pisa. È stato per quasi dieci anni (1990-1999) sindaco di Pontedera, la città dove ha sede la Piaggio, inizialmente eletto con il Partito Comunista. Poi è stato per altri dieci anni assessore alla Sanità della Regione Toscana, durante la presidenza di Claudio Martini, e alle regionali del 2010 è stato eletto presidente della regione Toscana con quasi il 60 per cento dei voti. La coalizione che lo sostiene è formata da PD, IdV e SeL.
L’aeroporto di Firenze
Da diverso tempo si parla di grandi lavori di adeguamento per l’aeroporto di Firenze-Peretola, che si trova molto vicino alla città (circa 4 km a nordovest del Duomo) e che secondo alcuni avrebbe bisogno di una nuova pista, per ridurre l’inquinamento acustico su alcuni quartieri (e spostarlo su altri, dicono gli oppositori). L’attuale pista, poi, è di lunghezza ridotta e si trova inserita tra l’autostrada A11 (detta Firenze-Mare) e i rilievi montuosi, con qualche problema di sicurezza perché posta anche vicino ai centri abitati. Il presidente Rossi è molto favorevole alla costruzione della nuova pista, ma sul tracciato si è scontrato in passato con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. La scelta è tra due tracciati, “obliquo” o “parallelo” all’autostrada: la Regione nel febbraio 2011 aveva ipotizzato la possibilità di una pista parallela o l’allungamento dell’attuale, poi sembrava essersi convinta sul tracciato obliquo, a cui però il sindaco era contrario. Alla fine sembra aver vinto Renzi, dato che anche l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), seppur senza aver presentato atti ufficiali, pare favorevole al tracciato parallelo.
Ma ci sono almeno due problemi: quello dei contrari alla pista parallela, tra cui i comuni vicini, Sesto Fiorentino (sul cui territorio andrebbe la nuova pista), Campi Bisenzio e Prato (sui cui territori ricadrebbe invece gran parte dell’inquinamento acustico), l’IdV e Legambiente, e quello del Parco della Piana vicino all’aeroporto – il parco sarebbe una sorta di “compensazione ambientale” per i comuni della zona – la cui perdita secondo Rossi dovrebbe essere compensata con l’esproprio di alcuni terreni vicini, di proprietà del costruttore Ligresti, attualmente sotto sequestro. Questi terreni sono nel comune di Firenze, che non sembra però molto interessato ad agire. La questione si trascina da oltre un anno in una serie di riunioni, proposte e controproposte, con proteste molto forti verso il presidente della regione e accuse tra i vari schieramenti sui giornali.
(Gli stipendi dei governatori, che Enrico Rossi pubblicò su Facebook)
La sanità in Toscana
Negli anni scorsi, la Toscana è stata spesso presa a modello per l’organizzazione del suo sistema sanitario e soprattutto per la sua capacità di tenere in ordine i conti. Lo stesso Rossi è stato assessore alla Sanità dal 2000 al 2010, prima di diventare presidente. Ma negli ultimi mesi ci sono stati diversi problemi: in primo luogo il buco di bilancio dell’ASL di Massa, del valore di circa 270 milioni di euro. L’inchiesta è partita un anno fa e il 23 maggio sono stati arrestati l’ex direttore amministrativo e i due ex direttori generali, ma è possibile che le indagini arrivino a coinvolgere dirigenti regionali.
Lo stesso giorno l’assessore alla Sanità della giunta Rossi, Daniela Scaramuccia, si è dimessa. Scaramuccia non era un politico e ha detto di lasciare per un nuovo incarico nel settore privato, ma molti pensano al troppo stress e alle troppe pressioni. Rossi è stato accusato di sapere da 15 giorni della scelta dell’assessore e di aver tenuto “segrete” le dimissioni fino a quando non ha deciso il sostituto, senza consultare né il partito né i consiglieri regionali. Scaramuccia è stata sostituita dal direttore della ASL di Firenze, Luigi Marroni (un altro “tecnico”, quindi).
La vicenda delle dimissioni di Scaramuccia ha provocato reazioni molto forti nel PD toscano: il consigliere Marco Remaschi, presidente della commissione Sanità, ha detto che sta pensando di dimettersi, mentre anche il responsabile Sanità del partito, Marco Ruggeri, è considerato vicino alle dimissioni. Gli esponenti del PD accusano Rossi di aver voluto decidere tutto da solo.
Arezzo, Siena, Pistoia
Ci sono poi diverse situazioni locali in cui il PD è in difficoltà. Ad Arezzo il sindaco è Giuseppe Fanfani, del Partito Democratico, nipote del celebre Amintore Fanfani che fu una delle figure più note della Democrazia Cristiana. Anche Giuseppe è stato democristiano, poi è passato al PD: è stato deputato dal 2001 e il 2006, prima di essere eletto sindaco nel maggio 2011. Venne eletto al primo turno, con il 51 per cento dei voti, sostenuto da una coalizione molto larga fatta da PD, IdV, SeL, Rifondazione, Verdi e una lista civica. Ma in questi giorni la sua giunta è molto in difficoltà: SeL e IdV sono usciti dalla maggioranza e il PD si regge in consiglio comunale con la precaria maggioranza di un solo consigliere. La giunta ha perso molti pezzi: l’ultimo, l’assessore al Lavori Pubblici Franco Dringoli, se ne è andato il 22 maggio e parla di “arroganza” e “convinzione dell’autosufficienza” del PD locale.
A Pistoia, oltre 140 tesserati del PD hanno annunciato l’intenzione di abbandonare il partito, dicendo in un manifesto pubblicato su Internet di far parte di una minoranza messa in un angolo dal resto del partito.
Infine c’è il caso di Siena: domenica 20 maggio si è dimesso il sindaco Franco Ceccuzzi, anche lui del PD, mentre il consiglio comunale ha respinto il bilancio consultivo del 2011. Lo scontro che ha portato alle dimissioni di Ceccuzzi è interno al Partito Democratico, in particolare con la parte del partito che proviene dall’ex Margherita. Il PD regionale non è riuscito a trovare una mediazione, mentre Siena è in difficoltà per i problemi finanziari del Monte dei Paschi, la banca della città che da sempre è governata con uno stretto controllo da parte della politica cittadina.
foto: LaPresse