• Italia
  • Mercoledì 23 maggio 2012

Paolo Berlusconi, Romani e la “Cascinazza”

La Procura di Monza ha iscritto i due uomini nel registro degli indagati per istigazione alla corruzione, per aver cercato di ottenere l'edificabilità di un terreno

© Marco Merlini / LaPresse
16-12-2009 Roma
Politica
Piazza Montecitorio, il fratello del presidente del Consiglio, Paolo Berlusconi incontra il vice ministro con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani e il vicepresidente della Commissione Telecomunicazioni della Camera, Luca Barbareschi
Nella foto Paolo Romani e Paolo Berlusconi

© Marco Merlini / LaPresse
Rome, 12-16-2009
Politic
Montecitorio Square, italian premier's brother, Paolo Berlusconi, meets vice-minister Communications Media, Paolo Romani and vice president of Chamber Commissions Telecommunications, Luca Barbareschi
In tha photo Paolo Romani and Paolo Berlusconi
© Marco Merlini / LaPresse 16-12-2009 Roma Politica Piazza Montecitorio, il fratello del presidente del Consiglio, Paolo Berlusconi incontra il vice ministro con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani e il vicepresidente della Commissione Telecomunicazioni della Camera, Luca Barbareschi Nella foto Paolo Romani e Paolo Berlusconi © Marco Merlini / LaPresse Rome, 12-16-2009 Politic Montecitorio Square, italian premier's brother, Paolo Berlusconi, meets vice-minister Communications Media, Paolo Romani and vice president of Chamber Commissions Telecommunications, Luca Barbareschi In tha photo Paolo Romani and Paolo Berlusconi

Paolo Berlusconi e l’ex ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani da mercoledì sono indagati a Monza (con altre tre persone) per istigazione alla corruzione: secondo l’accusa, come assessore all’urbanistica del comune di Monza dal 2007 nella precedente giunta Pdl-Lega Nord, Romani avrebbe cercato di corrompere con del denaro i consiglieri di minoranza nel tentativo di far approvare una variante del PGT (Piano di governo del territorio) relativa a un’area agricola di 500 mila metri quadrati chiamata “Cascinazza”.

La “Cascinazza” è stata di proprietà di Paolo Berlusconi dal 1980 al 2008 e la variante avrebbe dovuto cambiarne la destinazione d’uso e renderla edificabile: Paolo Berlusconi voleva costruirci un quartiere residenziale chiamato “Milano 4”. Dopo molti tentativi falliti di abolire il vincolo “a verde” di quell’area, nel 2008 Paolo Berlusconi aveva deciso di vendere a una società controllata al 70 per cento dalla famiglia di immobiliaristi Cabassi che avevano pagato subito 40 milioni di euro e si erano impegnati a versarne altri 52 se l’area fosse diventata edificabile.

Secondo l’accusa Paolo Romani, entrato in consiglio comunale a Monza solo un anno prima (nel 2007) avrebbe tentato di corrompere i consiglieri per far approvare quel progetto (con conseguenti vantaggi economici per la famiglia Berlusconi) prima dell’ultimo giorno di mandato dell’amministrazione che governava la città prima delle elezioni che sono poi state vinte dal candidato di centrosinistra Roberto Scanagatti con il 63,39 per cento dei voti.

Le indagini erano partite da un esposto presentato in procura dall’ex sindaco di Monza Michele Faglia a giugno 2011 e si basano su una serie di intercettazioni telefoniche, sulle pressioni raccontate dai consiglieri comunali (alcuni dei quali sono già stati interrogati) e sulle anomalie di un consiglio che aveva convocato più di 50 sedute in meno di un mese. L’indagine era in corso da tempo, ma era stata tenuta segreta dai magistrati per non interferire sulle elezioni.

Dopo la notizia, Paolo Berlusconi ha detto: «Osservo che l’iscrizione, atto dovuto, è originata da un esposto dell’ex sindaco del centro sinistra, Michele Faglia, a me politicamente avverso. Spero potrò dimostrare la mia assoluta estraneità all’ipotesi delittuosa che mi viene, per il momento, contestata».

(Nella foto, Paolo Romani e Paolo Berlusconi
© Marco Merlini / LaPresse)