Chi era Robert Moog
Al più famoso inventore e produttore di sintetizzatori musicali è dedicato il doodle di Google di oggi, per ricordare l'anniversario della sua nascita 78 anni fa
Robert Moog, pioniere della musica elettronica e inventore dei primi sintetizzatori musicali, è la persona cui è dedicato il doodle di Google di oggi, che festeggia il 78esimo anniversario della sua nascita. Al posto del classico logo, nella pagina principale del motore di ricerca c’è un sintetizzatore che ricorda quello ideato da Moog e che può essere suonato grazie a una tastiera virtuale.
Robert Arthur “Bob” Moog (si pronuncia “Mog”, spiegò lui stesso) nacque il 23 maggio del 1934 a New York, dove si diplomò nel 1952 presso la Bronx High School of Science. Cinque anni dopo conseguì una laurea in fisica presso il Queens College, sempre a New York, dimostrando una particolare predisposizione per le materie scientifiche, elettronica compresa. Alla Columbia University conseguì una seconda laurea in ingegneria elettronica e successivamente un dottorato di ricerca in fisica tecnica presso la Cornell University, uno degli atenei che fanno parte della Ivy League, le otto più prestigiose ed elitarie università degli Stati Uniti.
Appassionato di musica, Moog fondò nel corso della propria vita due società specializzate nella produzione di strumenti musicali elettronici. La prima azienda fu la R.A. Moog Co, fondata nel 1953 dall’allora diciannovenne Moog per produrre kit per la realizzazione dei theremin, tra i primi strumenti musicali elettronici mai realizzati. Qualche anno dopo, un altro pioniere della musica elettronica, Raymond Scott, chiese a Moog di produrgli alcuni circuiti elettronici personalizzati. Tra i due nacque un buon rapporto, che contribuì allo sviluppo e alla creazione di nuovi sistemi per creare la musica con componenti elettronici. A partire dagli anni Sessanta, la società passò dai theremin alla produzione di sintetizzatori analogici modulari, che furono chiamati Moog Modular dal nome del loro inventore.
A differenza di altri sintetizzatori già in circolazione, quello ideato da Moog aveva una tastiera di pianoforte nella parte più bassa dell’interfaccia di esecuzione, mentre nella parte superiore era dotato di un telaio su cui erano montati diversi moduli. Ognuno di questi assolveva a una funzione diversa e serviva per generare o modificare i segnali. Modificando i valori dei singoli moduli si creavano suoni e distorsioni sonore diversi. Era uno strumento rivoluzionario perché consentiva di riprodurre una gamma quasi infinita di suoni e fu progressivamente impiegato da numerosi musicisti per sperimentare nuove composizioni. Nel 1965 il gruppo Lothar and the Hand People fu tra i primi ad adottare il nuovo sistema, negli anni seguenti lo utilizzarono Jan Hammer, Tangerin Dream, Rolling Stones e Beatles. In Italia conobbe una stagione di estesa popolarità nel 1975 grazie al successo da classifica “Amore grande amore libero” di Federico Monti Arduini (con lo pseudonimo “Il guardiano del faro”).
Sfruttando la scia del successo dei propri sintetizzatori, nei primi anni Settanta Moog decise di cambiare il nome della propria società in Moog Music. Uno dei suoi più importanti successi commerciali fu il Minimoog: un sintentizzatore analogico monofonico venduto a un prezzo relativamente basso, non molto ingombrante e più facile da usare rispetto ad altri sistemi da programmare. (Il doodle di oggi di Google ricorda idealmente proprio questo tipo di sintetizzatore.) I Settanta furono anche anni travagliati per la società, che subì diversi cambiamenti di proprietà fino a essere acquisita dal produttore di strumenti musicali Norlin. Insoddisfatto dal modo in cui era gestita, nel 1977 Moog abbandonò la propria azienda e si mise a produrre i propri strumenti musicali elettronici in in una nuova società, la Big Briar. Moog Music chiuse nel 1993, ma a Moog non fu concesso di associare il proprio cognome ai suoi nuovi prodotti. Big Briar ottenne il permesso solo nel 2002 dopo una lunga battaglia legale con chi aveva acquisito i diritti per l’utilizzo del marchio Moog Music.
Dopo una vita passata a progettare e realizzare strumenti musicali elettronici, nell’aprile del 2005 a Moog fu diagnosticato un glioblastoma multiforme, un tumore maligno che colpisce le cellule del sistema nervoso. Quattro mesi dopo, Moog morì ad Asheville, nel North Carolina, a causa della malattia. In suo ricordo fu costituita la Bob Moog Foundation, una organizzazione che si occupa di ricordare il ruolo che ebbe Moog nella produzione degli strumenti musicali elettronici e nella realizzazione della musica elettronica. Nonostante il grande sviluppo della musica suonata con strumenti digitali in questi anni, i sintetizzatori Moog sono ancora particolarmente richiesti da compositori e band musicali. Il loro impiego ha consentito di introdurre e perfezionare nuovi stili musicali, creando suoni sostanzialmente impossibili da realizzare in altro modo.
Il Minimoog del doodle di Google di oggi può essere suonato cliccando sui singoli tasti della tastiera di pianoforte virtuale, oppure utilizzando i tasti della tastiera del proprio computer. Il sistema riproduce anche una serie di moduli essenziali del sintetizzatore, che permettono di variare e distorcere i suoni. Le proprie esecuzioni possono essere anche registrate, grazie al registratore che si trova sulla destra dello strumento, e poi condivise su Google+ o sugli altri social network attraverso un link fornito dal sistema.