Brindisi, il giorno dopo
Sono state interrogate due persone per la bomba di ieri, le cause dell'attentato continuano a non essere chiare
11.41 – La conferenza stampa del procuratore capo di Brindisi Marco Dinapoli è finita.
11.38 – Il procuratore ha definito “stupidaggini” l’ipotesi che la bomba sia stata fatta da un ragazzo usando istruzioni trovate su Internet. Dinapoli dice che è probabile che l’attivazione della bomba sia stata fatta con un dispositivo volumetrico, che causa l’esplosione quando si rileva un movimento. È possibile che l’autore dell’attentato fosse in “contatto visivo” con la bomba.
11.32 – Dinapoli ha detto che la bomba non è stata messa in un cassonetto dei rifiuti, ma in un contenitore acquistato appositamente. Dice che l’autore della bomba “conosce l’elettronica”, dato che il congegno di innesco, di cui si è parlato molto ieri, “non è alla portata di tutti”. Dinapoli ha detto che nessuno è ancora stato iscritto sul registro degli indagati e che non si ha un nome né un cognome: a quanto si capisce dalle sue parole, si sta lavorando per identificare la persona registrata nel video di sorveglianza.
11.29 – La conferenza stampa del procuratore di Brindisi può essere seguita in diretta su TgNorba24.
11.21 – Dinapoli aveva detto in precedenza che chi sta indagando è in possesso di filmati di telecamere che ritraggono i dintorni della scuola prima dell’attentato, probabilmente di un negozio vicino alla scuola. “Abbiamo delle immagini significative”, ha detto il procuratore, dicendo che da quelle immagini testimoniano “del gesto di una persona isolata”, anche se non si può escludere che l’attentato sia stato organizzato con l’aiuto di altre persone.
11.16 – Il procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli, sta tenendo una conferenza stampa sull’attentato di ieri e sullo svolgimento delle indagini. Il suo tono è molto cauto e ci ha tenuto a sottolineare che siamo ancora nell’ambito delle ipotesi e delle congetture. Dinapoli ha parlato di “volontà stragista” e ha definito “improbabile” la matrice mafiosa. “Non è necessario pensare a un atto terroristico, potrebbe essere un gesto isolato”, ipotesi che poco dopo ha definito “la più probabile.”
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Il sito BrindisiReport.it ha scritto questa notte intorno alle 2 sulla sua pagina Facebook che sono state interrogate due persone in relazione all’attentato di ieri a Brindisi, ma non si ha ancora notizia di arresti o di indagati ufficiali. Le due persone sarebbero state identificate utilizzando un filmato di sorveglianza.
La notizia data da BrindisiReport, che è inaccessibile da ieri a causa dell’alto numero di visite, è stata poi ripresa dai quotidiani nazionali. A partire da ieri ci sono poi verifiche e controlli a Brindisi presso i rivenditori di bombole a gas (il materiale usato nella fabbricazione della bomba).
La pista imboccata dalla polizia a Brindisi è quella dell’azione terroristica. In queste ore ci sono due persone in questura sottoposte ad interrogatori e verifiche da parte degli investigatori della Digos e della Squadra Mobile. Si tratta di soggetti identificati attraverso le registrazioni di una videocamera di sorveglianza, dei quali si stava approfondendo la posizione. In un caso si tratta di un ex militare di professione, con conoscenze di elettronica, e parenti con rivendita di bombole di Gpl per uso domestico.
La video camera ha effettuato la registrazione nel cuore della notte, sembra attorno alle 2 del mattino di ieri.
Ieri mattina, intorno alle 7.45, è esplosa una bomba vicino all’ingresso principale di un istituto professionale di Brindisi, in Puglia. Una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, è morta poco dopo l’esplosione, mentre altre cinque alunne della scuola sono rimaste ferite, con ustioni anche molto gravi e lesioni causate dalle schegge di metallo prodotte dall’esplosione: per quattro di loro la prognosi è riservata. Altre cinque persone sono state medicate e poi dimesse. La ragazza ferita più gravemente, una 15enne che ieri mattina è stata data per morta prima che la notizia venisse smentita dall’ospedale, è ricoverata all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, mentre le altre sono al “Perrino” di Brindisi.
La bomba è esplosa vicino all’IPSSS “Morvillo Falcone”, in via Galanti 1, dedicato alla moglie del magistrato Giovanni Falcone morta con lui nella strage di Capaci. L’istituto, un professionale per i servizi sociali, il turismo e la moda con circa 600 alunni, si trova a poche decine di metri dalla sede del tribunale di Brindisi, nella periferia della città. La bomba era formata da tre bombole del gas, forse all’interno di un cassonetto per la raccolta differenziata, anche se non è chiaro il meccanismo di innesco. Dopo diverse dichiarazioni che avevano sottolineato la possibilità di un attentato compiuto dalla criminalità organizzata pugliese, nel corso di ieri pomeriggio questa ipotesi ha ricevuto diverse smentite, anche da parte dei suoi iniziali sostenitori (come il sindaco di Brindisi).
Ieri pomeriggio si sono tenute in tutta Italia manifestazioni di solidarietà e vicinanza a chi ha subito l’attentato. La giunta comunale di Brindisi, riunita ieri pomeriggio, ha deliberato il lutto cittadino per domenica 20 maggio, lunedì 21 e in occasione dei funerali di Melissa Bassi.