Lombardo si dimetterà il 28 luglio
E quindi la Sicilia andrà al voto con otto mesi di anticipo, a fine ottobre: c'entrano un'inchiesta della magistratura e un'alleanza politica fragile e complicata
Il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo, ha annunciato che le elezioni regionali si terranno con otto mesi di anticipo rispetto alla fine naturale della legislatura, cioè il 28 e il 29 ottobre. Lombardo ha annunciato, come aveva già promesso, che si dimetterà anticipatamente il prossimo 28 luglio e che non si ricandiderà.
Le ragioni per cui Lombardo si dimetterà sono sostanzialmente due. La prima, ufficiale, è che tra pochi giorni il giudice per le indagini preliminari di Catania dovrà decidere se rinviarlo a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa, e Lombardo ha sempre detto che se fosse stato rinviato a giudizio si sarebbe dimesso per difendersi “da libero cittadino”. Lombardo ha detto che aspetterà il 28 luglio per dimettersi perché per legge le elezioni devono tenersi entro 90 giorni e il 28 luglio è la prima data utile per evitare di votare in piena estate. «Parlare di dimissioni oggi», ha detto Lombardo, «vorrebbe dire andare al voto il 18 o l’8 agosto e credo proprio che non sia fattibile».
La seconda ragione, ufficiosa ma significativa al punto che Lombardo ha dato l’annuncio prima di sapere se sarà effettivamente rinviato a giudizio, è che la frastagliata alleanza politica su cui si regge il suo governo mostra da tempo segni di logoramento. Lombardo oggi governa con una coalizione formata da Partito Democratico, Futuro e Libertà, Movimento per l’Autonomia e Alleanza per l’Italia. Dal momento della sua elezione, nel 2008, Lombardo ha guidato quattro governi: il primo sostenuto da PdL, UdC e Mpa; il secondo senza l’UdC, dopo le indagini su un assessore; il terzo senza la parte di PdL più vicina ad Alfano e Schifani e con il cosiddetto “PdL Sicilia”, fondato da Micciché e dai finiani, e Alleanza per l’Italia; il quarto è l’attuale. Gli ultimi governi hanno avuto un profilo semi-tecnico, in quanto coinvolgono anche persone cosiddette “della società civile”. Lombardo è stato eletto alla presidenza della regione dopo le dimissioni di Salvatore Cuffaro, oggi in carcere.
L’inchiesta su Lombardo a Catania è la cosiddetta inchiesta “Iblis”, che ebbe inizio nel 2010 con decine di arresti tra mafiosi, imprenditori e politici siciliani. Come spiega LiveSicilia, l’inchiesta “ruota attorno a presunti rapporti tra esponenti di Cosa Nostra, politici, amministratori e imprenditori”. Agli atti dell’inchiesta, condotta dai carabinieri del ROS, ci sono intercettazioni telefoniche di vari pentiti e mafiosi. Secondo le accuse Raffaele Lombardo – insieme al fratello Angelo, deputato nazionale, anche lui indagato – sarebbero stati con il Movimento per l’Autonomia il punto di riferimento della criminalità organizzata. Il gip Luigi Barone, che ha negato la richiesta di archiviazione, sostiene che “gli elementi sin qui esaminati e le relative considerazioni svolte offrono a questo decidente, un ulteriore elemento indiziario, che indubbiamente dovrà essere approfondito nel corso dell’istruttoria dibattimentale, ma che presenta, allo stato, una pregnanza tale da non consentire, ‘ex se’, l’archiviazione del procedimento”.
Negli atti dell’inchiesta ci sono le intercettazioni di un presunto boss della mafia, Carmelo Di Dio, che definisce Lombardo “un cornuto”. Di Dio racconta a un suo amico di essere andato a trovare Raffaele e Angelo Lombardo prima di un incontro elettorale, e si dice deluso dal presidente della regione, che giudica “inavvicinabile”. In altre intercettazioni altri personaggi vicini alla criminalità organizzata parlano della necessità di fare “arrivare un messaggio” a Lombardo, si lamentano che il sostegno elettorale non ha avuto conseguenze. La difesa di Raffaele Lombardo ha respinto tutte le accuse, dicendo che “le capillari investigazioni svolte in questi anni non hanno registrato alcun contatto telefonico, personale o di altro genere con soggetti appartenenti a Cosa Nostra né alcun iniziativa del nostro assistito volta ad agevolare o, in qualche modo, favorire interessi illeciti”. Lombardo ha ingaggiato il perito informatico Gioacchino Genchi perché svolgesse una perizia di parte e Genchi lo ha scagionato, definendolo “una vittima” e sostenendo che secondo gli accertamenti sui tabulati telefonici e localizzazioni di cellulari Lombardo non ha mai incontrato Di Dio.
foto: AP Photo/Luca Bruno