Le donne di Srebrenica
Adriano Sofri racconta su Repubblica che cos'è oggi la città in un giorno qualunque, e chi la abita
Adriano Sofri spiega su Repubblica che cos’è Srebrenica e chi la abita oggi: soprattutto donne, superstiti delle famiglie in cui gli uomini furono uccisi dai militari serbo-bosniaci comandati da Ratko Mladic nel 1995. Il processo a Mladic, presso un tribunale delle Nazioni Unite, è stato sospeso ieri per errori commessi dall’accusa nella trasmissione delle prove.
Srebrenica è un paesino, lo è sempre stata, tranne che in quel 1995, quando vi si erano ammucchiati a decine di migliaia gli sfollati bosniaco-musulmani. Sarebbe il paesino più triste del mondo, se non vi si arrivasse dopo aver già attraversato al contrario il percorso delle stragi di quei giorni di luglio: Kravica e il magazzino del mattatoio, e Potocari e i capannoni dismessi delle truppe olandesi in cui cercarono invano rifugio i disperati, e l’immenso cimitero memoriale. L’11 luglio di ogni anno arrivano decine di migliaia di pellegrini, famigliari che si raccolgono attorno alle tombe, persone che vengono a capire e ricordare – gli italiani sono i più numerosi. Oggi è un giorno qualunque, e Srebrenica è un paesino scadente, di case brutte, le diroccate e le nuove. In alto c’è la chiesa ortodossa ricostruita.
(continua a leggere sulla rassegna stampa della Camera)
– Cosa fu Srebrenica, le immagini di profughi, assassini e fosse comuni del peggiore crimine di guerra in Europa dalla fine della Guerra Mondiale
Ramiza Gurdic, 59 anni, sopravvissuta al massacro di Srebrenica, guarda in televisione la diretta del primo giorno del processo a Ratko Mladic.
foto: ELVIS BARUKCIC/AFP/GettyImages